In molti hanno ambito a essere il 51esimo stato degli Usa, non ultima la Sicilia dei tempi di Salvatore Giuliano, ma chi ne ha fatto una questione di principio è proprio la capitale statunitense. La Camera dei Rappresentanti vota oggi, venerdì, per fare del distretto di Columbia, dove sorge Washington, il 51 stato della nazione.
Una mossa storica, ma in gran parte simbolica che probabilmente sarà fermata dai repubblicani in Senato. "Per più di due secoli, ai residenti di Washington, DC è stato negato il loro diritto di partecipare pienamente alla democrazia, e domani avremo ragione di questa grave ingiustizia", ha dichiarato la speaker della Camera, Nancy Pelosi, giovedì in un evento stampa con il sindaco di Washington Muriel Bowser.
Più di 705.000 americani vivono a Washington, una roccaforte democratica che conta più abitanti di quanti ne abbiano due stati come il Wyoming e il Vermont messi insieme. I washingtoniani pagano le tasse e prestano servizio militare, eppure sono privati del diritto di voto, ha affermato Bowser, perché non hanno una rappresentanza elettorale al Congresso. "Questo è un errore storico. Deve essere corretto", ha detto il sindaco.
Gli stati del Maryland e della Virginia cedettero la terra nel 1780 per la creazione di una capitale federale lungo il fiume Potomac. Washington, il distretto di Columbia, divenne la capitale permanente degli Stati Uniti nel 1790. Il nuovo stato prenderebbe il nome di Washington, Douglass Commonwealth, prendendo il nome del primo presidente della nazione, George Washington, e dell'abolizionista Frederick Douglass. Il presidente Donald Trump si è detto contrario all'idea e si prevede che i repubblicani che controllano il Senato rendano inutile il voto alla Camera.