AGI - Il viaggio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio ad Ankara consolida le relazioni tra Italia e Turchia ma affronta anche dossier delicati come quello della crisi libica e della situazione nel Mediterreneo orientale. I paesi sono "alleati strategici", come dichiarato da entrambi i ministri, decisi a rafforzare la partnership nel difficile contesto post pandemia da Covid-19.
L'ultimo ministro degli Esteri italiano a recarsi in Turchia era stato Paolo Gentiloni nel 2016, da allora i rapporti con il Paese governato da Recep Tayyip Erdogan erano rimasti un po' sospesi ma per l'attuale capo della diplomazia italiana è già la seconda dall'inizio dell'anno, e anche il premier Conte è già stato in Turchia, dopo 5 anni dalla precedente missione di un premier, che in quel caso era Matteo Renzi.
Di Maio è il secondo esponente di un paese estero a recarsi in Turchia da quando è esplosa l'emergenza sanitaria in tutto il mondo, dopo l'iraniano Javad Zarifi. Di Maio e Cavusoglu hanno mostrato grande cordialità durante la conferenza stampa comune; sulla situazione libica, Cavusoglu ha voluto rimarcare che la posizione dell'Italia sul contesto è "equilibrata e sincera", diversamente da "altri paesi europei", con un evidente riferimento alla Francia.
L'Italia, ha ricordato il ministro di Ankara, "come la Turchia" sostiene "l'unico governo libico legittimo". Si tratta del governo di accordo nazionale di Fayez Al Serraj, sostenuto militarmente dalla Turchia contro il generale della Cirenaica Khalifa Haftar. In Libia, ha detto Di Maio, "una soluzione politica, non solo è l'unica praticabile, ma è ancora possibile".
L'Italia, ha sottolineato, sostiene il "processo di pace Onu", nella cornice dei risultati della Conferenza di Berlino, e la nomina di un nuovo inviato speciale delle Nazioni Unite dopo le dimissioni a marzo di Ghassan Salamé è "della massima urgenza".
Un altro fronte delicato riguarda le relazioni fra Ue e Turchia, segnate dall'accordo sui migranti dopo la crisi del 2015, quando la collaborazione con Ankara permise a Bruxelles di arginare gli arrivi dalla rotta balcanica. "Siamo fermamente convinti che un dialogo costruttivo tra l'Ue e la Turchia sia fondamentale - ha detto Di Maio, candidando l'Italia a "facilitare" tale dialogo - per far fronte alle numerose sfide globali della nostra epoca, sulla base degli impegni presi rispettivamente".
In particolare, sulla gestione dei flussi migratori, l'Italia riconosce i grandi sforzi fatti dalla Turchia e auspica che la collaborazione possa continuare, seguendo quanto stabilito nel marzo 2016, la base per riprendere un dialogo costruttivo tra Ue e Turchia nei settori di reciproco interesse". "L'Italia - ha ribadito Di Maio - è pronta a fare la sua parte".
Infine, per quanto riguarda il Mediterraneo orientale, per Di Maio "e' necessario un dialogo costruttivo tra Turchia e Cipro per garantire sicurezza, stabilità e cooperazione nell'area. Le risorse energetiche possono favorire enormemente il benessere della regione, ma possono essere pienamente sfruttate solo tramite un approccio costruttivo che contemperi in maniera equilibrata e sostenibile tutti gli interessi in gioco".
Quanto a Cavusoglu, ha ribadito che l'accordo tra Grecia e Italia per definire la giurisdizione marittima dei due Paesi è in linea con le aspettative turche, per poi definire l'Italia "un mediatore affidabile e non di parte".