AGI - L'Italia ha in programma di continuare ad aumentare gli stanziamenti alla Guardia Costiera libica: 3 milioni in più nel 2020, per un totale di 58,28 milioni di euro diretti alle autorità libiche, che portano il costo sostenuto dai contribuenti italiani a sostegno dell'accordo Italia-Libia, siglato nel 2017, a 213 milioni di euro. "Tutto ciò, nonostante si continui a morire lungo la rotta del Mediterraneo centrale - con oltre 230 vittime dall'inizio dell'anno - e nonostante numerose inchieste e testimonianze abbiano confermato il coinvolgimento della Guardia Costiera libica nel traffico di esseri umani".
La denuncia arriva da Oxfam, che fa notare anche come proseguano "i 'rimpatri' forzati verso i 'lager' libici, dove uomini, donne e bambini in fuga da guerre e persecuzioni, sono ancora oggi vittime di torture e abusi inimmaginabili.
L'allarme è stato lanciato alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato e in occasione dell'inizio del dibattito sul rinnovo delle missioni militari italiane all'estero in Commissione Esteri alla Camera, che approderà presto in aula per il voto. "Siamo al paradosso", sottolinea Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia.
"Mentre al largo delle coste libiche si continua a morire, come dimostra l'ennesima tragedia di pochi giorni fa, proprio il governo che doveva segnare una discontinuità sulle politiche migratorie, con un 'copia e incolla' della descrizione delle missioni nel dossier presentato al Parlamento negli anni precedenti, aumenta gli stanziamenti alle autorità libiche e alla Guardia Costiera. Non si ha notizia poi delle modifiche richieste al governo libico che a novembre hanno giustificato il rinnovo dell'accordo. In sostanza si va avanti nella stessa direzione, in un Paese dove 'l'industria del contrabbando e tratta'e' stata in parte convertita in 'industria della detenzione' con abusi e violenze oramai note a tutti, anche grazie a questo considerevole flusso di denaro".
Al momento, fa notare ancora Oxfam, si contano oltre 2 mila migranti bloccati nei centri di detenzione ufficiali libici e un numero imprecisato in quelli non ufficiali, controllati dalle diverse bande armate e fazioni in lotta, con oltre 400 mila gli sfollati interni a causa della guerra civile. "Con oltre 480 contagi da coronavirus registrati ufficialmente nel Paese, e molti altri che potrebbero non essere stati rilevati, in questo momento a preoccupare sempre di più è proprio la situazione sanitaria nei centri di detenzione dove si vive ammassati, in condizione di vera disumanità.
Un allarme rilanciato pochi giorni fa anche da Papa Francesco, a cui ci uniamo nel fare appello alla comunità internazionale, perché venga trovata il prima possibile una soluzione concreta per porre fine a violenze e abusi".