AGI - L'India attribuisce alla Cina la responsabilità degli scontri al confine hymalaiano tra i due Paesi, che avrà un "grave impatto" sulle relazioni bilaterali, e definisce quello di Pechino un "attaccato premeditato". È il duro richiamo del ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, durante il colloquio telefonico con il suo omologo cinese, Wang Yi, dopo gli scontri al confine che sono costati la vita a venti soldati indiani.
"A Galwan c'è stata un'azione premeditata, pianificata dalla Cina, che è responsabile della sequenza degli eventi", ha detto il ministro degli Esteri indiano, citato dall'agenzia di stampa Ani (Asian News International). Questo "sviluppo senza precedenti", ha proseguito il ministro, "avrà un grave impatto sulle relazioni bilaterali. Ora c'è bisogno che la Cina riveda le proprie azioni e intraprenda correzioni".
India e Cina "hanno convenuto di affrontare equamente "abbassare la tensione sul terreno il prima possibile e mantenere la pace e la tranquillità nelle zone di confine in base agli accordi finora raggiunti dai due Paesi", dopo i sanguinosi scontri nella Galwan Valley". Lo riferisce il ministro degli Esteri, Wang Yi.
La Cina chiede all'India di condurre indagini sugli scontri che hanno causato vittime tra i militari e di punire i responsabili. L'India, ha aggiunto Wang, "non deve sottovalutare la situazione e la ferma volontà della Cina di salvaguardare la sovranità territoriale". Cina e India, ha aggiunto, dovrebbero rafforzare la comunicazione e il coordinamento sulle questioni di frontiera per mantenere la pace e la stabilità nell'area di confine.
In ogni caso, Pechino nega di avere responsabilità nello scontro con i soldati indiani nella Galwan Valley, al confine con l'India e definisce "stabile e sotto controllo" la situazione dopo le violenze che hanno portato alla morte di venti soldati indiani, secondo il bilancio fornito da New Delhi. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian