AGI - La Commissione europea continua a fare pressing per un accordo a luglio, ma l’intesa a 27 sul Recovery Fund legato al bilancio pluriennale dell’Unione sembra diventare ogni giorno più difficile. Le posizioni rimangono distanti, un compromesso entro l’estate si complica ed è ormai certo che il vertice del 19 giugno non sarà risolutivo. Comincia quindi a farsi concretamente strada l’ipotesi di uno slittamento all'autunno per un via libera definitivo al pacchetto per la ripresa.
"È molto probabile" che un accordo sul Recovery Fund e il bilancio 2021-2027 dell'Unione Europea non sia raggiunto prima dell'autunno, ha detto il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra."La qualità è più importante della velocità", e se per la qualità servono "alcuni mesi dopo l'estate, penso che sia perfettamente ok". La possibilità che il sì dei paesi al fondo non arrivi nell’immediato è già stata valutata anche da Roma, tanto che lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto capire che il governo valuterà strade alternative, compreso il ricorso al Mes senza condizioni per le spese sanitarie dirette e indirette.
Cosa sostiene l'Olanda
Le posizioni in campo continuano a essere lontane. Ieri l’ Olanda ha ripetuto che il tema delle condizionalità rimane fondamentale e ha chiesto raccomandazioni ‘rafforzate’ che gli Stati membri devono rispettare per ricevere le risorse del Recovery Fund. Per i Paesi Bassi, “idealmente” le risorse del Recovery Fund dovrebbero essere condizionate a “una versione rafforzata delle raccomandazioni specifiche per paese”, ha detto il ministro olandese delle Finanze Hoekstra, secondo cui "non c'è un solo pacchetto nelle proposte della Commissione su cui due Stati membri siano d'accordo".
Visegrad si ricompatta
Oltre all’opposizione dei ‘frugali’, anche se da parte della Danimarca c’è stata qualche apertura, il dato politico che si registra è il ricompattamento del fronte di Visegrad, che nelle settimane scorse era sembrato meno unito, anche grazie al fatto che la Polonia sarebbe assieme all’Italia uno dei principali beneficiari del piano von der Leyen. I premier di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia sono sulla stessa linea sul Recovery fund e ne chiedono una equa distribuzione, ha detto proprio il premier polacco Mateusz Morawiecki, dopo un vertice del V4 in Moravia. Le risorse devono essere distribuite equamente – sostiene Visegrad – secondo cui i "Paesi più poveri non devono pagare per quelli ricchi".
Al quadro già frammentato si è aggiunta una ulteriore frizione dopo la lettera di alcuni diplomatici di Paesi Bassi, Danimarca, Austria, Belgio, Irlanda, Lituania e Ungheria riportata dal Financial Times secondo cui "la ripartizione delle risorse" tra Stati membri prevista dal Recovery Fund proposto dalla Commissione Ue "ha scarsa connessione diretta con la pandemia".
La posizione di Gentiloni
Parole di ottimismo arrivano dal commissario Ue Paolo Gentiloni, secondo cui "alcuni dettagli potranno essere aggiustati, sia nel Recovery Fund che nell'Mff. E il fatto che siano legati dà spazio per negoziare, ma sono fiducioso che la sostanza della proposta verrà approvata". Gentiloni ha ribadito di essere "piuttosto fiducioso in un accordo già in luglio” e ha invitato gli Stati membri a preparare e presentare i piani nazionali già in autunno. Ma le posizioni sono lontane e la battaglia politico-diplomatica è solo all’inizio.