L'Ue dichiara guerra alle fake news sul Covid che vengono da Russia e Cina
- Un cartello sulla vetrina di un pub nella Città Vecchia di Cracovia che dice "La vodka polacca uccide il coronavirus"
"La disinformazione ai tempi del coronavirus può uccidere": ne è convinto l'Alto Rappresentante/Vicepresidente Josep Borrell, secondo cui "abbiamo il dovere di proteggere i nostri cittadini rendendoli consapevoli della diffusione di informazioni false e denunciando i responsabili di tali pratiche".
Questo perché - ha denunciato l'Unione europea, "la pandemia di coronavirus è stata accompagnata da un'ondata massiccia di informazioni false o fuorvianti, compresi tentativi da parte di soggetti stranieri di influenzare i cittadini e i dibattiti pubblici nell'Ue".
Il riferimento è a Russia e Cina e a renderlo più esplicito è stata la vicepresidente della Commissione europea con delega alle Politiche sui valori e sulla trasparenza, la ceca Vera Jourovà, in prima linea nella battaglia contro la disinformazione online, che "minaccia la democrazia",
L'articolo di disinformazione durante la pandemia che ha avuto più seguito "è stato pubblicato da Sputnik Italia ricevendo 112.800 like, condivisioni e commenti su Facebook, Twitter, Pinterest e Reddit" e "sosteneva falsamente che la Polonia non aveva permesso a un aereo russo con a bordo aiuti umanitari e un team di medici diretto in Italia di sorvolare il proprio spazio aereo" ha denunciato in un'intervista al Corriere della Sera.
"Un secondo caso di disinformazione, con 94 mila interazioni, è un articolo pieno di teorie complottiste pubblicato in inglese su orientalreview.org: sosteneva che il coronavirus non è una vera pandemia, che l'Italia avrebbe lasciato l'Ue e che Trump e Putin devono fermare le élite e i banchieri dal dominare il mondo", ha aggiunto la Jourovà.
"L'Ue è un'unione di Stati che è scomoda per alcuni attori stranieri", ha osservato la commissaria che ha presentato la Comunicazione sulla lotta alla disinformazione legata al Covid. "Soprattutto la Russia usa la propaganda per disturbare la nostra stabilità e democrazia", ha aggiunto,
"vengono prodotte in modo sistematico fake news finalizzate a sfruttare l'ansia e la paura delle persone e indebolire la fiducia nelle istituzioni".
La Commissione e l'Alto Rappresentante hanno valutato le loro iniziative volte a lottare contro la disinformazione e propongono la strada da seguire attraverso la comunicazione congiunta.
"Ondate di disinformazione hanno colpito l'Europa durante la pandemia di coronavirus, provenienti tanto dall'interno quanto dall'esterno dell'Ue", ha dichiarato la Jourová. "Per lottare contro la disinformazione dobbiamo mobilizzare tutti i soggetti interessati, dalle piattaforme digitali alle autorità pubbliche, e sostenere i verificatori di fatti e i media indipendenti. Pur avendo intrapreso iniziative positive durante la pandemia, le piattaforme digitali devono intensificare i loro sforzi. Le nostre azioni hanno radici profonde nei diritti fondamentali, in particolare la libertà di espressione e di informazione."
La crisi si è trasformata in un banco di prova per dimostrare come l'Ue e le sue società democratiche affrontano la sfida della disinformazione.
È importante in primo luogo distinguere tra contenuti illegali e contenuti dannosi ma non illegali; occorre poi considerare la labilità dei confini tra le varie forme di contenuti falsi o ingannevoli: dalla disinformazione, che è per definizione intenzionale, alla cattiva informazione, che può essere involontaria.
La motivazione può variare, da operazioni di influenza mirate condotte da soggetti stranieri a ragioni puramente economiche. Ciascuna di tali sfide richiede una risposta calibrata. È inoltre necessario mettere a disposizione una maggiore quantità di dati per il controllo pubblico e migliorare le capacità analitiche.
Durante la crisi l'Ue ha intensificato le proprie attività volte ad informare i cittadini sui rischi e a rafforzare la cooperazione con altri soggetti internazionali per contrastare la disinformazione.
La Commissione continua a sfatare i miti che circondano il coronavirus tramite una pagina web che ha totalizzato più di 7 milioni di visualizzazioni. Il servizio europeo per l'azione esterna, assieme alla Commissione, ha intensificato la comunicazione strategica e potenziato la diplomazia pubblica nei paesi terzi, compresi i Paesi del vicinato dell'Ue.
Vi sono state operazioni di influenza e campagne di disinformazione mirate, intraprese nell'Ue, nei paesi vicini e a livello globale da soggetti stranieri e da alcuni paesi terzi, in particolare Russia e Cina. Ad esempio, la task force East StratCom del SEAE ha individuato e denunciato sul sito web EUvsDisinfo più di 550 narrazioni di disinformazione provenienti da fonti pro-Cremlino.
La Commissione ha monitorato con grande attenzione le azioni delle piattaforme digitali ai sensi del codice di buone pratiche sulla disinformazione. Sono necessari ulteriori sforzi, più trasparenza e maggiore responsabilità:
È un aspetto centrale della nostra risposta alla disinformazione. La Commissione continuerà a monitorare l'impatto sul diritto e sui valori dell'Ue delle misure di emergenza adottate dagli Stati membri nel contesto del coronavirus.
La crisi ha fornito una testimonianza del ruolo dei media liberi e indipendenti quali servizio essenziale, che fornisce ai cittadini informazioni attendibili e verificate, contribuendo a salvare delle vite.
L'Ue intensificherà il proprio sostegno a media e giornalisti indipendenti nell'Ue e a livello mondiale. La Commissione invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi profusi per garantire che i giornalisti possano lavorare in sicurezza e a valorizzare al massimo la risposta economica dell'Ue e il pacchetto per la ripresa per sostenere i media colpiti duramente dalla crisi, rispettando nel contempo la loro indipendenza.
Ciò significa consentire ai cittadini di partecipare al dibattito democratico salvaguardando l'accesso alle informazioni e la libertà di espressione e promuovendo l'alfabetizzazione mediatica e la cultura dell'informazione dei cittadini, compresi pensiero critico e competenze digitali. Si tratta di obiettivi conseguibili attraverso progetti di alfabetizzazione mediatica e sostenendo le organizzazioni della società civile.
Le azioni proposte oggi confluiranno nelle attività future dell'Ue in materia di disinformazione, in particolare il piano d'azione europeo per la democrazia e la legge sui servizi digitali.