"Le future infezioni sono inevitabili. Bisogna avere personale, test e risorse per identificare i casi, isolarli e tracciare i contatti. Se lo faremo, quando avverranno le infezioni potremo evitare che diventino una seconda ondata". Questo è l'avvertimento lanciato dal direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases americano e principale consigliere del presidente Trump sul coronavirus, Anthony Fauci, in un'intervista alla Stampa. A suo avviso "è difficile prevedere" quando si tornerà alla normalità, "ma non quest'inverno. La soluzione vera è il vaccino, quindi non torneremo alla normalità almeno per un anno".
Cosa potrebbe succedere
"Le nostre linee guida chiarivano le condizioni per riaprire: alcuni le hanno seguite, altri no. Speriamo non ci sia una ripresa seria, ma i casi aumentano in alcuni Stati", ha spiegato Fauci commentando la situazione negli Usa. "Identificazione, isolamento e tracciatura dei contatti dovrebbero permetterci di controllare la crescita, ma le prossime due settimane ci diranno se il problema è significativo".
Sullo studio di Harvard secondo cui il virus era presente in Cina da agosto, Fauci non si pronuncia: "Non ho visto indicazioni di questo genere e quindi non commento. Però so che a dicembre e gennaio i cinesi non sono stati molto trasparenti, nel darci le informazioni complete su come si trasmetteva da persona a persona".
"Diversi virologi evoluzionisti hanno analizzato il Covid e sono convinti che non e' stato creato deliberatamente. Quanto è successo è perfettamente compatibile con cio' che accade in natura". Quanto alla riapertura in Italia, per il virologo di origini italiane "è giusto": "Vi incoraggio ad usare prudenza. Quando riapri devi essere pronto a rispondere ad ogni incremento, perciò servono i test", ha sottolineato Fauci.