AGI - Ancora una volta il futuro della Libia si decide a Sirte, la città costiera a 450 km ad Est della capitale Tripoli, snodo strategico fra Tripolitania e Cirenaica, e luogo che diede sia i natali che l'orribile morte all'ex rais, Muammar Gheddafi. Qui le forze del Governo di accordo nazionale, sostenute dalla Turchia, vogliono dare il colpo di grazia ai combattenti della Cirenaica, guidati dal generale Khalifa Haftar che fino a qualche mese fa sognava di marciare da vincitore sulla capitale ed essere il nuovo Gheddafi. Haftar e i suoi uomini non solo hanno perso tutta la regione - azzerando di fatto l'offensiva lanciata nell'aprile del 2019 - ma ora sono costretti a difendere Sirte che controllavano dal 2016. L'ultima iniziativa dell'uomo forte della Cirenaica è diplomatica e arriva dal Cairo, dietro spinta del presidente egiziano Abdel Alfattah al-Sisi. È stato proposto un cessate il fuoco da lunedìp er riprendere il percorso politico e mettere da parte tutte le milizie straniere impegnato nel logorante conflitto interno. Propositi che al momento il governo tripolino di Fayez al Serraj non prende in minima considerazione.
"Sono stati dati ordini alle forze del Gna di iniziare ad avanzare e attaccare tutte le posizioni ribelli" nella regione di Sirte, ha annunciato il portavoce delle forze di Tripoli, Mohamad Gnounou. "L'aeronautica ha compiuto cinque attacchi nella periferia di Sirte, colpendo mezzi armati e mercenari", ha aggiunto in una nota su Facebook.