Il presidente del consiglio di Unità Nazionale Libico, Fayez al Serraj, ha annunciato che le forze a lui fedeli hanno preso il controllo della capitale libica, Tripoli, respingendo le milizie fedeli al generale di Tobruk, Khalifa Haftar. L'annuncio è arrivato, non casualmente, in occasione della visita di Serraj ad Ankara, dove ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che lo ha sostenuto politicamente, ma soprattutto militarmente, attraverso l'invio di consiglieri e istruttori militari e materiale bellico.
Erdogan si è detto felice per la vittoria ottenuta da Tripoli e ha ribadito la legittimità del governo di Serraj, insistendo per una soluzione politica alla crisi, che con la supervisione dell'Onu garantisca unità territoriale e stabilità alla Libia. Il presidente turco ha definito Haftar "un golpista" e un "criminale di guerra", indicato come "il principale ostacolo" a una soluzione pacifica del conflitto dopo aver causato "un bagno di sangue", sostenuto da Egitto, Russia, Francia ed Emirati arabi, che saranno "giudicati dalla storia".
Ankara annuncia intese "sempre più ampie"
Soprattutto Erdogan ha ribadito che le intese stipulate con Serraj lo scorso novembre diventeranno sempre più ampie, sia per quanto riguarda la cooperazione militare che lo sfruttamento da parte della Turchia delle acque a sud di Cipro: "Il nostro obiettivo è far progredire la nostra cooperazione, tra cui l'esplorazione e la perforazione, per beneficiare delle ricchezze naturali nel Mediterraneo orientale".
Erdogan ha anche annunciato un nuovo accordo tra i due governi per impedire esportazioni illegali di petrolio da parte di Haftar. Un tema su cui i due leader sono, secondo Erdogan, "sulla stessa linea d'onda" e rispetto al quale il presidente turco ha invocato l'intervento della comunità internazionale. Serraj ha ringraziato la Turchia e invitato le aziende turche a partecipare alla ricostruzione del Paese.
L'assedio si rompe
L'intervento attivo di Ankara nel conflitto ha evitato che le forze di Haftar prendessero Tripoli e altre aree dell'ovest del Paese sotto il controllo di Serraj. Le milizie del generale libico, in base a quanto riporta la stampa turca, si stanno ritirando dai distretti di Tripoli di Ain Zara, Abu Salim, Qasr Ben Gashir e dalla città di Tarhouna. L'equilibrio nell'assedio ha avuto una svolta mercoledì, quando il portavoce dell'esercito di Serraj, Mohamad Gnounou, ha dichiarato che l'aeroporto internazionale di Tripoli è stato sottratto ad Haftar, che lo controllava dal 2019, grazie all'uso dei droni inviati proprio da Ankara e risultati decisivi.
L'assedio di Haftar alla capitale era iniziato nell'aprile 2019 e aveva consentito al generale di prendere il controllo di alcuni punti strategici, l'aeroporto su tutti. Haftar ha però perso terreno nelle ultime due settimane, quando grazie all'appoggio turco i militari di Serraj hanno riconquistato quasi tutte le postazioni perse in passato. Haftar, che ancora controlla il sud del Paese e una parte dell'est, aveva perso il mese scorso, la strategica base militare di Al Watiya e alcune località della costa.
Il conflitto è costato la vita a centinaia di civili e la fuga di 200 mila persone, per cui le Nazioni unite stanno lanciando ripetuti appelli a un cessate il fuoco; e proprio su una tregua lo scorso gennaio era stato raggiunto un accordo durante la conferenza di Berlino.
La situazione è però cambiata e mercoledì, dopo ripetute violazioni, cinque rappresentanti della giunta militare di Haftar hanno incontrato l'inviato Onu Stephanie William. Un prossimo incontro con una delegazione di Serraj è previsto per i prossimi giorni, ma l'ultimo meeting fu a febbraio.