AGI - Un negoziato lungo e delicato, ma che alla fine porterà a un'intesa. All'indomani del piano 'monstre' presentato dalla Commissione europea per aiutare l'Unione a uscire dalla più devastante crisi economica della sua storia, a Bruxelles trapelano segnali di ottimismo.
I 27 iniziano a ragionare sui documenti e si preparano all'assetto politico-diplomatico da mettere in campo per arrivare a un accordo: la partita non è semplice e molto probabilmente non si chiuderà al Vertice dei Capi di Stato e di governo previsto per il 19 giugno, ma dal 1 luglio la Germania assumerà la presidenza di turno dell'Unione ed è opinione diffusa che Angela Merkel metterà sul tavolo tutto il peso di Berlino per chiudere entro l'estate, anche per dare ai parlamenti nazionali il tempo di ratificare il piano e al Parlamento europeo di mettere il sigillo definitivo in autunno.
Secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, la cancelliera tedesca intende impiegare la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue per "rafforzare il ruolo dell'Europa" a livello globale. La presidenza tedesca, sostiene la 'Faz', si concentrerà sulla gestione della crisi del coronavirus e sulle sue conseguenze economiche, in particolare sul fondo per la ripresa legato al quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
I piani di Berlino
La Germania intende, inoltre, promuovere la protezione del clima, la digitalizzazione e il ruolo dell'Europa nel mondo. Una dichiarazione di leadership forte che porterà certamente a dei risultati. Diverse fonti diplomatiche sottolineano il fatto che la proposta della Commissione, tra sfumature e distinguo, sia stata accolta favorevolmente da tutti.
E perfino i 4 'frugali' che si erano messi di traverso a febbraio sull'approvazione del bilancio e avevano presentato una contro-proposta al piano Merkel-Macron da 500 miliardi, lasciano intendere che un accordo e' possibile.
Ieri, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, a nome di Olanda, Svezia e Danimarca, ha detto di non valutare negativamente il piano von der Leyen: "Ciò che riteniamo positivo è che esiste un limite di tempo e che il fondo sarà una misura di emergenza una tantum e non il primo passo verso una mutualizzazione del debito", ha detto Kurz. "Considerando che ci sono molti in Europa che desiderano una tale unione del debito, e' importante per noi che questo venga chiarito per iscritto una volta per tutte".
Con i Paesi frugali "l'accordo non sarà facile, ma ci si arriverà", dice Paolo Gentiloni. Secondo quanto emerge a Bruxelles comunque, il vertice del 19 giugno sarà solo un primo test per mettere sul tavolo le posizioni in campo. I paesi del sud, i più colpiti dalla pandemia, insisteranno per una maggiore solidarietà europea, peraltro ampiamente offerta dalla proposta di Bruxelles.
I 'frugali' dovranno portare ai loro Parlamenti e alle loro opinioni pubbliche una serie di 'trofei', a partire dal fatto che il Recovery Fund sia solo temporaneo e che rimanga limitato nel tempo, che il denaro non sarà distribuito senza condizioni e che non si parli di una mutualizzazione del debito. Il summit di giugno dunque, dovrebbe essere solo una sorta di 'prima chiama' in cui ciascuno farà valere le sue ragioni, anche in chiave di politica interna, ma si uscirà dal Consiglio senza accordo.
L'ipotesi più probabile è che la firma dei 27 arriverà ai primi di luglio, a presidenza tedesca già avviata, e probabilmente con un vertice in presenza dei Capi di Stato e di governo. A quel punto sarebbe una vittoria di Merkel e l'accordo sarebbe salutato come un momento storico per l'Unione.
Un piano come quello proposto dalla Commissione, sostenuto dal bilancio europeo e finanziato da un prestito congiunto "a nome dell'UE", sembrava del tutto inconcepibile solo pochi mesi fa. All'inizio della pandemia, l'Europa marciava in ordine sparso, con gli Stati membri ripiegati su se stessi, le frontiere chiuse, mancanza di solidarietà nei confronti dei paesi più colpiti e restrizioni all'esportazione di dispositivi di protezione medica.
A tre mesi dall'esplosione del Covid, di fronte alla più devastante recessione di sempre, la Ue sembra avere ritrovato l'unità. La leadership della Merkel contribuirà alla chiusura del cerchio.