Il Consiglio di Stato francese ha ordinato allo Stato di interrompere "senza indugio" l'utilizzo dei droni a Parigi per monitorare il rispetto delle regole di de-confinamento, a causa dell'assenza di un quadro giuridico per l'uso dei dispositivi e perché costituisce una manifesta violazione della privacy.
Per la massima giurisdizione amministrativa francese, l'uso dei droni, in queste condizioni, "caratterizza una violazione grave e manifestamente illegale del diritto al rispetto della privacy". Il Consiglio di Stato pone l'attenzione sui "rischi di utilizzo contrari alle norme sulla protezione dei dati personali". Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello della Lega per i diritti dell'uomo (Ldh) e dell'associazione per la difesa dei diritti e delle libertà relative a internet, La Quadrature du Net.
Nell'udienza si è dibattuto molto della possibilità con i droni di identificare persone filmate per strada. Per il ministero dell'Interno e la Prefettura di Parigi, l'identificazione non e' l'obiettivo prefissato: i droni permettono, hanno spiegato, di rintracciare assembramenti vietati e quindi dispiegare forze dell'ordine per disperderli. Il giudice amministrativo non ha messo in dubbio l'obiettivo, ma ha preso comunque la sua decisione sulla base della capacita' di identificare le persone e quindi del rischio di uso improprio.
Per poter utilizzare i droni, sarà richiesto un decreto per regolarne l'uso, adottato dopo il parere della Cnil (Commissione nazionale per la protezione dei dati) o per equipaggiare i dispositivi utilizzati dalla polizia di Parigi con dispositivi tecnici rendendo impossibile identificare le persone filmate. L'avvocato della Lega dei dritti, Patrice Spinosi, ha accolto con favore "la volontà del Consiglio di Stato di dimostrare il suo attaccamento alle liberta' fondamentali". "Non vi e' alcun motivo di pensare che questa decisione non si applichi a tutto il territorio francese", poiché non esiste un quadro giuridico per l'uso di questi droni, ha aggiunto.