La Cina registra un mese senza morti per Covid-19, e ad oggi conta meno di cento persone ancora ricoverate in strutture ospedaliere in attesa di guarigione. Rimane, però, alta l’attenzione sui focolai locali: la Commissione Nazionale per la sanità ha riportato oggi quattro nuovi casi di contagio, tutti nella provincia nord-orientale del Jilin, al confine con la Russia e la Corea del Nord, dove erano già state imposte forti restrizioni alla mobilità nei giorni scorsi in una città, Jilin City, per il rischio di un ritorno dell’epidemia.
A rimanere ricoverati negli ospedali cinesi in attesa di guarigione dal Covid-19 sono, a oggi, ancora 91 pazienti, di cui undici in gravi condizioni, e 623 casi asintomatici sono sottoposti a osservazione medica.
Dall’inizio dell’epidemia si sono verificati, in totale, 82.933 casi, e 78.209 pazienti sono stati dimessi dalle strutture ospedaliere dove erano ricoverati, mentre il numero di morti rimane fermo a quota 4.633.
Il timore di un ritorno dell’epidemia riguarda anche Wuhan, la città da cui si è diffuso il Covid-19: nello scorso fine settimana si sono verificati sei nuovi casi di contagio, i primi in oltre un mese, e le autorità locali hanno dato il via a una campagna di test degli undici milioni di residenti in dieci giorni.
Tre milioni di residenti a Wuhan erano già stati testati in passato, scrive oggi il quotidiano Changjiang Daily citando una riunione di funzionari locali, e la priorità della campagna di test a tappeto verrà data a chi non si è ancora sottoposto al test dell’acido nucleico, ai complessi residenziali che hanno già riportato contagi e alle aree più vecchie e densamente popolate.
Scopo dell’iniziativa è quello di “identificare tempestivamente” i casi di contagio asintomatici, cresciuti negli ultimi giorni (nella sola giornata di ieri erano undici) e “creare un ambiente sicuro per il ritorno al lavoro nelle fabbriche, nelle imprese e nelle scuole”.
A Wuhan si sono registrati ogni giorno circa una decina di casi di questo tipo ogni giorno negli ultimi giorni, e “anche se queste infezioni sono state trattate tutte con l'isolamento, continuano a destare preoccupazione nella società”.
Wuhan ha ufficialmente registrato 3.869 morti dall’inizio dell’epidemia, sui 4.633 morti totali nel Paese, e nella città della Cina interna sono stati rilevati complessivamente oltre cinquantamila casi di contagio da Covid-19, degli otre 82mila registrati a livello nazionale.
Il timore di un ritorno dell’epidemia dall'estero ha portato la Cina a chiudere i confini agli stranieri, con solo alcune eccezioni finora, ma il rischio derivante dai cosiddetti casi “importati” di Covid-19, che oggi riguarda i cittadini cinesi che rientrano in Cina, viene definito comunque “controllabile” dal vice ministro della Commissione Nazionale per la Sanità, Zeng Yixin, secondo cui entro il prossimo mese di luglio sarò completata la seconda fase di test clinici sui possibili vaccini al coronavirus che la Cina sta sviluppando.