Pesantemente colpita dalla pandemia di Covid-19, anche la cultura va sostenuta, riorganizzata e reinventata, con il contributo cruciale dello Stato, intenzionato a diventare protagonista di primo piano in questo settore. Per far fronte alla sfida, al termine di una videoconferenza con esponenti della vita culturale ed artistica francese, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha presentato in prima persona un apposito piano per la cultura.
"Cavalcare e addomesticare la tigre, dando prova di buon senso e di creatività": è questo l'appello che il capo dello stato ha rivolto al mondo della cultura in Francia prima di illustrare il suo maxi piano che segna il ritorno in forza dello Stato in un settore economico cruciale - che impiega 1,5 milione di persone - e considerato fiore all'occhiello del Paese.
Attesa dai lavoratori dello spettacolo, la proroga dei diritti a percepire la disoccupazione fino ad agosto 2021 è stata confermata da Macron, che di fatto ha riconosciuto il 2020 come "anno bianco" per il settore. Un regime che riguarda circa 100 mila artisti e tecnici che ogni anno percepiscono un'indennità: sarà prorogata di altri 6 mesi successivi al periodo in cui la loro attività è stata ridotta o bloccata a causa del Covid-19.
In cambio ha invitato gli artisti ad andare nelle scuole per organizzare attività parascolastiche che saranno "pagate dallo Stato" e ad "inventare nuove tipologie di centri estivi per proporre delle vacanze con maggiori contenuti e culturali". Una richiesta di interventi artistici ben diversi dalla normale attività, accolta come un modo per giustificare la proroga dei diritti ai sussidi disoccupazione e i vari aiuti economici al settore.
Tra gli altri provvedimenti principali, quello della creazione di un fondo di indennizzo temporaneo a sostegno dei set di serie tv e film annullati oppure rinviati, in quanto al momento il settore non è assicurato contro le pandemie.
"Metteremo assicurazioni e banche di fronte alle proprie responsabilità" ha detto Macron, annunciando una possibile riapertura dei set dopo fine maggio, previe valutazioni caso per caso. Al Centro nazionale della musica, di recente creazione e messo in difficoltà dalla crisi sanitaria, andranno 50 milioni di euro per rilanciare le proprie attività.
Dall'11 maggio, nella Francia in Fase 2, riapriranno librerie, negozi di dischi, biblioteche, mediateche, gallerie d'arte e piccoli musei. Per gli altri luoghi culturali, in primis i cinema, le autorità valuteranno a fine maggio una loro eventuale riapertura.
Saranno autorizzate le prove degli attori di teatro e altri spettacoli, ma anche la riapertura delle sale di spettacolo sarà dibattuta più in là con sindaci e prefetti. I raduni con pià di 5 mila persone saranno invece vietati fino a fine agosto.
Macron si è infine impegnato a lanciare un "grande programma di commesse pubbliche", rivolte in particolare ai giovani creatori sotto 30 anni, con l'ambizione di "inventare una stagione fuori norma", per andare a cercare anche i pubblici solitamente dimenticati dal mondo della cultura.
Il piano, sottolineano i media d'Oltralpe, segna il ritorno in forza dello Stato nella promozione e nel potenziamento dell'educazione artistica e culturale, cara all'ex celebre ministro della Cultura, Jack Lang (in carica dal 1981 al 1993). Ma al di là dei sostegni finanziari, Macron si è espresso a lungo sulla necessita' di reinventare il mondo della cultura.
"L'idea di fondo non è un piano che mettiamo sul tavolo, ma un'idea molto concreta di consolidare quello che è formidabile e già dà prova di energia, di reinventare le cose che non funzionavano più, di inventarne delle nuove. Si tratta di arrivare ad una vera rifondazione dell'ambizione culturale per il Paese" ha insistito il presidente francese, intenzionato a fare leva sugli artisti per raggiungere questi obiettivi.
"Inventare, migliorare ancora questa capacità a riflettere, a far vivere la cultura nella nostra nazione. Durante l'estate, tra fine agosto ed inizio settembre, dovremmo pensare a questa rifondazione" ha aggiunto Macron con convinzione. E, guardando oltre i confini nazionali, ha insistito sulla necessità di proteggere le opere europee.
"Dobbiamo incoraggiare, rafforzare e rilanciare le nostre co-produzioni europee. Abbiamo bisogno di un'Europa della cultura ancora più forte. Abbiamo bisogno di difendere la creatività europea. In questa fase ci saranno grandi predatori cinesi, americani, altri modelli e altre sensibilità".
"È stata una pratica inedita, con un annuncio in diretta, ma era strano vedere il ministro della Cultura, Franck Riester prendere appunti mentre il presidente annunciava il suo piano a sostegno della cultura. Di fronte all'immensa preoccupazione del settore culturale, è stato quindi il presidente della Repubblica, e non il suo ministro, a prendere la situazione in mano" ha analizzato la commentatrice Sandrine Blanchard.