“Credo che chi ha il dovere di rappresentare le istituzioni debba tenere sempre a mente un concetto molto chiaro: l’interesse nazionale. Che significa avere dei valori, a cui siamo legati, come quelli euroatlantici”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che aggiunge anche: “Non a caso l’Italia è e resta saldamente nella Nato e nella Ue, ma non perché per noi sia un vezzo, bensì perché rappresenta un interesse strategico”.
Tuttavia il tritolare del dicastero della Farnesina, precisa anche che ci sono poi anche dei “partner, con cui dialoghiamo con franchezza” e tra questi c’è anche la Cina, “che le vorrei ricordare ha strettissimi rapporti commerciali anche con Francia e Germania in vari settori” sottolinea il capo della diplomazia italiana, che poi specifica: “Gli Stati Uniti sono il nostro principale alleato. Con gli Usa condividiamo molto, sia in termini commerciali che valoriali” e pertanto “il baricentro non si sposta, non c’entra nulla la politica estera con gli aiuti in questa emergenza sanitaria in cui abbiamo visto morire migliaia e migliaia di nostri cittadini”.
Insomma, per Di Maio “l’Italia è un Paese forte, autonomo, che pensa con la propria testa”, capace di ringraziare un Paese “quando viene aiutata, ma non si lascia condizionare e francamente trovo singolare anche solo parlarne”. Poi chiosa: “In nessun altro Paese Ue è sorto questo dibattito. La cancelliera Angela Merkel è stata in vista in Cina molte volte e nessuno l’ha accusata di essere filocinese”.
Quanto poi al fatto che gli Stati Uniti sostengono che la Cina è responsabile del Covid-19, sfuggito a un laboratorio, Di Maio dice: “Non voglio entrare nel merito, prendiamo seriamente le preoccupazioni di Washington, così come le posizioni assunte dall’intelligence Usa e dai loro esperti. Credo che la cosa più saggia da fare in queste circostanze sia affidarsi alla scienza. Solo la scienza può darci delle risposte e ritengo che questa discussione sull’origine del virus non debba avere lo scopo ultimo di individuare un colpevole, ma quello di comprendere come equipaggiarci in futuro di fronte a una minaccia diversa, quale è ad esempio la pandemia in corso”.