Nelle scuole professori e studenti non saranno mai messi in pericolo: con tono solenne e rassicurante, il presidente Emmanuel Macron ha dedicato un'intervista a sorpresa a quanti, dall'11 maggio, torneranno in classe, per rispondere a dubbi e polemiche crescenti in una Francia protesa verso la fase 2 di deconfinamento progressivo.
Protetto dietro una mascherina blu scuro, bordata con i colori della Repubblica, il presidente francese ha fatto visita ad una scuola di Poissy, cittadina nel dipartimento delle Yvelines, a una ventina di chilometri a ovest di Parigi. A margine del suo spostamento in banlieue, il capo dello Stato ha concesso un'intervista ai tg delle 13 di TF1 e France 2, proprio per chiarire le modalita' di rientro a scuola da lunedì prossimo e per rassicurare docenti e genitori.
"Voglio un rientro riuscito piuttosto che un rientro numeroso. La regola è semplice: non metteremo mai in situazione di pericolo quanti andranno a fare il proprio lavoro", ha detto Macron.
La visita arriva a una settimana dalla riapertura degli istituti
Nel suo intervento ha confermato che nessun comune sarà obbligato a riaprire le scuole la prossima settimana se le condizioni sanitarie non dovessero essere riunite - ribadendo così il principio di riapertura e ritorno a scuola su base volontaria - pur incoraggiando tutti a fare il massimo per rispettare il calendario stabilito dall'esecutivo.
"L'11 maggio sarà un giorno di pre-rientro nella maggior parte delle scuole, per organizzarsi. E il 12 o il 14, forse più tardi per alcuni, dobbiamo lasciare la scelta, accoglieremo i bambini. Decideremmo collettivamente, tenendo conto della realtà sul terreno, con molto pragmatismo" ha proseguito Macron, facendo riferimento alla richiesta solenne di 394 sindaci della regione Ile de France di far slittare la data.
In base al piano di deconfinamento del governo, nidi, materne e scuole elementari riapriranno l'11 maggio, ma con un massimo di 15 bambini per classe. Gli alunni delle medie - obbligati ad indossare la mascherina - faranno rientro dall'18 maggio mentre per i licei una decisione sarà presa a fine mese.
Nella stessa intervista il presidente francese ha poi riferito che "è ancora presto per dire se si potrà andare in vacanza la prossima estate, lo sapremo ad inizio giugno". Ad ogni modo ha confermato che "resteremo tra europei, niente spostamenti internazionali. E in base a come evolverà l'epidemia, forse dovremo restringere un po' di più", in riferimento all'impossibilità di uscire dal Paese.
Facendo il punto della situazione sanitaria sul Covid-19, Macron ha sottolineato: "Non abbiamo ancora vinto la battaglia contro il virus. È ancora qui, lo abbiamo rallentato. A breve apriremo una nuova fase e se siamo tutti responsabili collettivamente, sono certo che ce la faremo".
Guardando all'estate 2020, "un po' particolare a causa del virus", il presidente ha espresso l'augurio di "poter aiutare collettivamente le famiglie per consentire a quante solitamente non partono in vacanza di organizzare momenti di riposo, di svago, momenti di cultura anche nelle vicinanze per avere una parte di speranza, di sorriso e di sole".
Nel valutare le ripercussioni della crisi sanitaria sull'economia francese e globale, Macron ha preso le distanze dalle "parole grosse" utilizzate dal premier Edouard Philippe, che nel discorso in Parlamento del 28 aprile aveva avvertito del "rischio di crollo del Paese". Nell'intervista televisiva il presidente ha invece sottolineato che occorre "misurare lo shock massiccio all'economia" causato dal lockdown, avvertendo tuttavia che "siamo solo all'inizio della crisi economica e sociale".
I media francesi, tra cui Le Figaro, evidenziano la diversità di linguaggio utilizzato dal presidente Macron e dal premier Philippe, mettendo l'Eliseo e Matignon a confronto, quasi in contrapposizione. Dopo che nei giorni scorsi il capo del governo ha parlato di "momento critico in attesa di giorni migliori", oggi il presidente ha annunciato che "la speranza rinasce", promettendo "giorni felici" all'orizzonte.