Un autogol che a lui è costato il posto e all'erario statunitense 243 mila dollari: si delineano i contorni del disastroso viaggio a Guam del segretario della Marina, Thomas Modly, costretto alle dimissioni mercoledì per le offese rivolte al comandante della portaerei Uss Theodore Roosevelt, Brett Crozier, da lui rimosso dall'incarico per aver denunciato il pericolo coronavirus a bordo.
La bufera politica era scoppiata una settimana fa, con il siluramento di Crozier a causa del suo memorandum filtrato sui media americani. Modly, dopo aver destituito l'ufficiale, lunedì era partito per la sperduta isola del Pacifico in cui la portaerei era attraccata per parlare all'equipaggio. Lo aveva fatto a bordo di un Gulfstream modificato C-37B VIP per un viaggio durato 35 ore tra andata e ritorno e costato al Pentagono 243 mila dollari, come ha rivelato Usa Today.
Sulla Roosevelt, Modly si era rivolto ai marinai che si erano schierati compatti per il loro comandante affermando che Crozier era stato "troppo ingenuo, troppo stupido" o in malafede nel redigere il memorandum pur sapendo che sarebbe potuto finire sui giornali. Parole offensive per le quali il segretario alla Marina si è prima dovuto scusare e poi dimettere dall'incarico, con mezzo Congresso che premeva per il passo indietro. Anche perché nel frattempo almeno 416 marinai della portaerei sono risultati effettivamente contagiati dal Covid-19, compreso lo stesso Crozier.
Il vicesegretario alla Difesa David Norquist ha affermato che Modly aveva l'autorità per decidere da solo quella missione e che è importante che un segretario alla Marina sia presente sul campo. Ma quel viaggio a 13 mila chilometri di distanza da Washington, in mezzo al Pacifico, ha affondato la sua carriera politica.