Alla fine il premier giapponese, Shinzo Abe, ha ceduto: dopo giorni di pressione per misure piu' severe contro la diffusione dell'epidemia di nuovo coronavirus, ha proclamato lo stato di emergenza per Tokyo e per altre sei prefetture in Giappone. La misura decisa oggi non e', pero', un "lockdown" in stile occidentale, che non sarebbe possibile per limiti legislativi: i governatori di queste sette aree - in cui vive il 44% della popolazione - potranno chiedere ai cittadini di non uscire di casa e a scuole e aziende di fermarsi, ma non sono previste sanzioni per chi non adempirà alle direttive.
Sara' un 'lockdown' dunque, alla giapponese, facendo appello al senso civico dei cittadini e soprattutto al loro tradizionale rispetto per le istituzioni. Dopo l'annuncio, la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, ha subito chiesto ai residenti della capitale di auto-isolarsi dalla mezzanotte di oggi fino alla fine del periodo di emergenza per evitare la diffusione del contagio.
Oltre all'area metropolitana di Tokyo sono interessate dalla misura, che sarà in vigore fino al 6 maggio prossimo, anche le prefetture di Osaka, Fukuoka, Chiba, Kanagawa, Hyogo e Saitama. Il premier giapponese ha chiesto di ridurre i contatti del 70-80% in modo si possa raggiungere il picco di contagi entro due settimane e poi scendere. Dalle restrizioni restano comunque esclusi i negozi di alimentari, le visite negli ospedali e i trasporti ferroviari e urbani, di cui non è prevista una riduzione del servizio. La decisione del governo e' stata possibile dopo la revisione di una legge del 2012 per il contenimento di nuovi ceppi di influenza, e in seguito all'approvazione della misura da parte di una task force composta di esperti legali e medici.
I contagi nel Paese hanno superato quota 4.800, compresi gli oltre settecento della nave da crociera Diamond Princess, e i decessi sono 108. Tokyo, ieri, ha registrato un calo di contagi, scesi per la prima volta sotto quota cento in tre giorni (83) e attualmente sono 1.116 le persone contagiate nella capitale giapponese, l'area piu' colpita del Paese.
A frenare Abe dal dichiarare finora lo stato di emergenza, erano state le possibili ripercussioni sull'economia, elle prese con la più grande crisi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e che subira' anche il contraccolpo del rinvio di un anno delle Olimpiadi di Tokyo 2020 annunciato il mese scorso. Il governo ha approvato anche un piano di stimoli da 108mila miliardi di yen (914,18 miliardi di euro, pari al 20% del prodotto interno lordo giapponese) per contrastare l'impatto economico dell'epidemia di coronavirus. Il pacchetto di stimoli e' il piu' grande di sempre, ed e' quasi il doppio di quello approvato all'indomani della crisi finanziaria globale del 2008, che ammontava a 56mila miliardi di yen.