Il primo ministro britannico, Boris Johnson, rimane "in condizioni stabili" dopo la sua seconda notte in terapia intensiva al St Thomas' Hospital di Londra. Lo ha riferito il sottosegretario britannico alla Salute, Edward Argar, come riporta la Reuters. "E' a proprio agio e di buon umore", ha aggiunto Argar, "gli e' stato dato dell'ossigeno ma non e' in ventilazione"
Intanto il numero delle persone contagiate dal coronavirus decedute negli ospedali del Regno Unito cresce di 786 (6.159 il totale, 55.442 i malati) finora il più alto aumento giornaliero.
Con il Paese in piena emergenza coronavirus, Johnson ha delegato parzialmente le sue funzioni al ministro degli Esteri, Dominic Raab, il quale oggi si è mostrato ottimista sul fatto che "in pochissimo tempo" Johnson possa riprendere le sue funzioni. "Sono fiducioso che ci riuscirà, perché se c'è qualcosa che so di questo primo ministro, è che è un combattente", ha detto Raab, assicurando che Johnson è anche di "buon umore".
Secondo esperti, citati dal Daily Mail, il premier rischia di non poter lavorare per uno o due mesi, prima di rimettersi completamente. Un "periodo di inattivita'" in terapia intensiva comporta, spiegano, un a significativa perdita di massa muscolare e forza.
Nelle ultime ore, BoJo ha ricevuto messaggi di sostegno da numerosi leader mondiali, nonché dalla regina Elisabetta, che gli ha augurato un "rapido e completo recupero" in una lettera indirizzata anche alla sua compagna, Carrie Symonds, incinta del loro primo figlio.
"Il primo ministro è ancora il primo ministro", ha sottolineato il portavoce di Downing Street. Ma i poteri di Raab sono limitati. Il ministro degli Esteri non terrà l'udienza settimanale con la regina, né ha ricevuto istruzioni sigillate per avviare il processo di difesa nucleare, se necessario.
Il potere in quarantena
In caso di contemporanea indisponibilità di Raab, per coronavirus o altri motivi, le redini dell'esecutivo andrebbero al cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak: il numero tre della squadra, il ministro dell'Ufficio di Gabinetto, Michael Gove, che finora è stato il "numero due" di fatto dell'Esecutivo, si è isolato a casa dopo che un membro della famiglia ha mostrato lievi sintomi di Covid-19. E non è ancora tornato al numero 10 di Downing Street l'influente consigliere del premier, Dominic Cummings, che si è autoisolato il 30 marzo con i sintomi della malattia. Sono tornati invece al loro posto sia il ministro della Salute, Matt Hancock, sia il consigliere medico dell'esecutivo, Chris Whitty.
Intanto la Gran Bretagna registra il più alto aumento giornaliero di decessi dall'inizio della crisi. Un aumento che arriva dopo due giorni di calo: domenica la cifra è scesa da 708 a 621, mentre lunedì sono stati segnalati 439 decessi. I numeri riflettono i decessi negli ospedali di persone risultate positive al test, ma non includono quelli nelle case di cura e nelle abitazioni private. I 3.634 nuovi casi di contagio, per un totale di 55.242, rappresentano un aumento inferiore alla più alta crescita giornaliera, registrata domenica scorsa (5.903).