Articolo aggiornato alle ore 13,30 del 6 aprile 2019
Nadia, una femmina di tigre di 4 anni rinchiusa nello zoo del Bronx, è risultata positiva al coronavirus. Lo riportano i media americani, precisando che insieme a lei, anche altre tigri e leoni mostrano sintomi del Covid-19.
I responsabili della struttura newyorkese fanno sapere che il risultato del test sul coronavirus è stato confermato dal National Veterinary Services Laboratory nello Iowa. Si pensa che Nadia, forse insieme anche ad altri sei grandi felini, sia stata infettata da un guardiano dello zoo affetto da una forma di Covid-19 asintomatica.
"I nostri felini sono stati infettati da una persona che si prende cura di loro che è stata infettata in modo asintomatico dal virus o prima che quella persona sviluppasse i sintomi", riferisce lo zoo. Alla fine del mese scorso, Nadia, sua sorella Azul, due tigri dell'Amur e tre leoni africani hanno mostrato i primi sintomi, tra cui tosse secca. Tutti erano stati a contatto con il guardiano infetto.
I grandi felini hanno riportato anche una certa diminuzione dell'appetito ma "stanno andando bene con le cure veterinarie e sono brillanti, vigili e interattivi con i loro custodi", riferisce lo zoo, che assicura di tenere gli animali sotto stretto monitoraggio, convinti che si riprenderanno completamente. Al momento tutte le tigri che manifestano sintomi erano ospitate nell'area Tiger Mountain dello zoo.
Non è ancora chiaro se, oltre a Nadia, verranno condotti test sugli altri. Mentre, nessuno degli altri grandi felini dello zoo - altre quattro tigri, leopardi delle nevi, ghepardi, un leopardo nebuloso, un leopardo dell'Amur, un puma e un serval - mostrano segni di malattia. Tutti e quattro gli zoo gestiti dalla Wildlife Conservation Society di New York City, incluso lo Zoo del Bronx, sono stati chiusi al pubblico dal 16 marzo scorso.
Ora saranno messe in atto nuove misure per proteggere gli animali e i loro custodi in tutte le strutture. La notizia della positività di Nadia ha spinto gli esperti a riflettere sul rischio degli animali di contrarre l'infezione e sulla possibilità che questi possano poi contagiare l'uomo. Tuttavia, anche se ci sono stati altri casi di animali risultati positivi al Covid-19 in altre parti del mondo, gli scienziati sottolineano che non ci sono prove che possano diffondere la malattia. "Non ci sono prove che una persona sia stata infettata da Covid-19 negli Stati Uniti da animali, compresi cani o gatti da compagnia", ha osservato lo zoo.
Questo è anche il punto di vista dell'Organizzazione mondiale per la salute animale e dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo cui non vi sono prove che cani o gatti possano trasmettere il coronavirus. L'Organizzazione mondiale per la salute animale, inoltre, afferma che sono in corso studi per comprendere meglio la questione. In attesa dei risultati, si esorta chiunque sia ammalato di limitare il contatto con gli animali domestici. Gli esperti, infatti, hanno avvertito che il virus potrebbe costituire una minaccia per alcuni animali selvatici come le grandi scimmie e hanno affermato che sono necessarie misure per ridurre il rischio nei gorilla, scimpanzé e oranghi.