È finita sotto inchiesta Zoom, l'app per le video conferenze diventata super popolare ai tempi del coronavirus ma oggetto di costanti hackeraggi durante i meeting virtuali, anche con immagini violente, messaggi razzisti, antisemiti o pornografici.
Ad aprire il dossier sul fenomeno di "ZoomBombing", sul quale anche l'Fbi ha lanciato un'allerta, è stato il procuratore generale di New York, Letitia James, che ha intimato alla società di risolvere il problema, impedendo ai pirati informatici di "ottenere accesso furtivo alle webcam dei consumatori".
Nella lettera dell'ufficio del procuratore generale, divulgata dal New York Times, si definisce Zoom "una essenziale e preziosa piattaforma di comunicazione" ma con l'incremento di traffico sul suo network nel periodo di quarantena per il Convid-19, si segnala l'urgente necessità di assicurare che siano state messe in atto efficienti strumenti per la tutela della privacy e dei dati personali.
Il procuratore generale di New York intende verificare che le attuali politiche e misure di sicurezza del gruppo siano adeguate a tutelare la repentina impennata non solo dei volumi ma anche della sensibilità dei dati che passano sulla sua Rete.
"Sebbene Zoom abbia rimediato a specifiche vulnerabilità di sicurezza segnalate, vorremmo capire se ha avviato una più generale revisione delle sue pratiche relative alla sicurezza", rimarca l'ufficio di James. Tra le ultime vittime dello "ZoomBombing", la University of Texas, ad Austin, quando insulti razzisti sono scattati durante una video conferenza organizzata dall'Herman Sweatt Center for Black Males, un'organizzazione universitaria che si occupa di supportare gli studenti maschi afroamericani.
E il rettore dell'ateneo, Greg Fenves, ha annunciato via Twitter l'apertura di un'indagine. Negli Stati Uniti, Zoom, con il coronavirus, è diventata l'applicazione gratuita per gli iPhone in assoluto più gettonata, secondo la società di ricerca Sensor Tower.
Lo dimostra anche la performance in Borsa, con le azioni che hanno raddoppiato il loro valore dall'inizio dell'anno. Zoom ha aggiornato domenica scorsa la sua policy sulla privacy dopo una serie di denunce, come annunciato via Twitter dal fondatore e amministratore delegato di Zoom, Eric S. Yuan. "Apprezziamo l'impegno del procuratore generale su queste questioni e siamo felici di fornirle tutte informazioni richieste", ha precisato la società nella nota postata da Yuan.
E se gli utenti hanno denunciato via social le interruzioni con video shock, il sito Motherboad la scorsa settimana ha segnalato che il software dell'app per iPhone di Zoom invia i dati degli utenti a Facebook. A preoccupare sono soprattutto le informazioni personali dei bambini e dei ragazzi che utilizzano Zoom per le lezioni scolastiche via web. Alcuni distretti scolastici statunitensi hanno proibito l'utilizzo di questa app agli insegnanti. In merito all'hackeraggio delle webcam è stata presentata una denuncia contro Zoom dall' Electronic Privacy Information Center depositato presso la Federal Trade Commission (Ftc) già lo scorso anno.