Durante l'emergenza coronavirus che il mondo sta vivendo, campagne di disinformazione promosse da Cina, Russia e Iran stanno convergendo sulle medesime false narrative con l'obiettivo di promuovere le rispettive agende nazionali. E' l'accusa lanciata dall'inviata speciale Usa, Lea Gabrielle, coordinatrice del Global Engagement Center (Gec) del dipartimento di Stato, organismo nato con finalità di antiterrorismo per contrastare la propaganda Isis e che poi ha allargato il suo campo d'azione alla disinformazione promossa da Stati stranieri per minare la sicurezza e le politiche americane.
Alla luce della pandemia in corso, Gabrielle - in un incontro in teleconferenza con un gruppo di giornalisti, organizzato dal Dipartimento di Stato - ha sottolineato la "convergenza" tra le narrative di Mosca, Pechino e Teheran: "Un mese fa, il Gec ha lanciato l'allarme su quello che sta arrivando dal Cremlino, in merito a una campagna di disinformazione sul Covid-19", ha spiegato facendo riferimento a "l'intero ecosistema russo di media statali ufficiali, siti di notizie 'proxy' e personaggi dei social media che promuovevano narrazioni multiple di disinformazione".
Così anche la Cina, ha aggiunto l'inviato speciale Usa, punta l'attenzione su due narrative promosse da Pechino. "La prima per incolpare erroneamente gli Usa di essere l'origine del coronavirus e la seconda per trasformare la crisi in una notizia che evidenzia la supremazia del Partito comunista cinese nella gestione dell'emergenza sanitaria". Non è da meno l'Iran, dove "diverse agenzie di stampe affiliate hanno pubblicato storie false e dannose secondo le quali gli Stati Uniti hanno usato il coronavirus come arma e alti funzionari iraniani hanno rilanciato queste false accuse".
Per Gabrielle, "è davvero triste vedere attori statali approfittare di una crisi globale di salute per cercare di promuovere le proprie agende. E' un momento in cui il mondo è spaventato ed è molto inappropriato usare false narrative per promuovere le singole agende degli attori statali. E quindi sono preoccupata - ha aggiunto la coordinatrice del Gec - ma penso che tutti possiamo fare la nostra parte, e una parte molto importante per ridurre la vulnerabilita' dell'opinione pubblica sia renderla consapevole di come un ambiente di disinformazione puo' essere manipolato e come la disinformazione sia usata in merito al Covid-19".
Intanto negli Usa il numero dei casi accertati di coronavirus è salito a 140.570, mentre le vittime sono 2.443, riferisce la Cnn.