Dopo oltre un anno di stallo politico, Israele si avvia ad avere un governo. Ma il prezzo per voltare pagina è stato alto. Benny Gantz diventa presidente del Parlamento con i voti del blocco di destra, spacca Blu e Bianco, la coalizione tripartita alla guida della quale si era presentato alle elezioni promettendo di mandare a casa Benjamin Netanyahu, e si prepara a formare un governo di unità nazionale con il Likud.
Un vero e proprio tradimento per gli alleati, a cominciare da Yair Lapid e Moshe Ya'alon con i quali aveva formato Blu e Bianco poco piu' di un anno fa, unendo i loro partiti Yesh Atid e Telem alla sua formazione Israel Resilience (Hosen L'Israel) appena tenuta a battesimo. Indignato il partito di estrema sinistra Meretz: Gantz "ha costruito se stesso su una sola promessa: una leadership alternativa - sottolinea la sua leader Nitzan Horowitz - Entrare a far parte di un governo Netanyahu è sputare in faccia e tradire gli elettori di Blu e Bianco e l'intero blocco di centro-sinistra".
Il punto di svolta è l'elezione del presidente della Knesset, dopo le dimissioni di Yuli Edelstein, deputato del Likud e alleato di Netanyahu, costretto ieri a lasciare sotto le pressioni di Blu e Bianco e un ordine dell'Alta Corte. Il nome che era stato fatto per sostituirlo era quello di Meir Cohen, fedelissimo di Lapid, ma per il Likud è inaccettabile e minaccia di far saltare i negoziati per un governo di unita' che negli ultimi giorni hanno fatto passi avanti. Il partito di Lapid infatti non fa parte dei piani di governo e non puo' quindi detenere quella carica, è il ragionamento che il capogruppo parlamentare del Likud Miki Zohar presenta all'ex capo di Stato maggiore. E Gantz, in nome della convinzione-slogan che "Israele viene prima di tutto", accetta. A spingere in questa direzione, l'emergenza coronavirus che finora ha fatto oltre 2.600 contagi e 8 morti nello Stato ebraico: il Paese è bloccato, vietati gli spostamenti non essenziali, ridotti all'osso i trasporti, chiusi gli esercizi commerciali cosi' come parchi e sinagoghe.
La settimana scorsa Benny Gantz era stato incaricato formalmente dal presidente Reuven Rivlin di formare una coalizione di governo, forte del sostegno della maggioranza dei deputati (61): ad appoggiarlo, oltre a Blu e Bianco, la coalizione di centro-sinistra Labour-Gesher-Meretz e il partito ultranazionalista di destra russofono Yisrael Beitenu di Avigdor Liberman, insieme alla Lista Unita araba. Ma l'ipotesi di un governo di minoranza con l'appoggio esterno dei deputati arabo-israeliani aveva incontrato ostacoli e suscitato malumori, anche all'interno dello stesso partito centrista di Gantz. Riprende quota il progetto di un governo di unità, caldeggiato dallo stesso Rivlin.
Con la sua elezione a presidente della Knesset, Gantz dà ossigeno ai negoziati con il Likud che ricambia votandolo insieme ai partiti del blocco di destra. La mozione passa con 74 voti a favore e 18 contrari, tra cui parlamentari di Yisrael Beitenu, Yesh Atid e Labor. A questo punto si lavora alla spartizione delle poltrone: indiscrezioni di stampa sostengono che Israel Resilience avra' pari ministri dell'intero blocco di destra nonostante il numero nettamente inferiore di deputati.
Sempre secondo i media, a presiedere l'esecutivo per i primi 18 mesi sarà Netanyahu e al suo blocco di destra verrà data, tra le altre cariche, anche la presidenza del Parlamento che Gantz lascerà non appena verrà formato il governo. A lui infatti andrà il ministero degli Esteri, Yehiel Moshe Tropper sarà alla guida del dicastero della Giustizia e Gabi Ashkenazi alla Difesa; a settembre 2021 ci sara' la rotazione della premiership e Gantz assumera' la guida del governo.
Per l'ormai ex alleato Ya'alon, il suo è un suicidio politico. Ancora più dura in aula la laburista Merav Michaeli: "Volevi essere Yitzhak Rabin ma sei finito come un altro ex capo di Stato maggiore Shaul Mofaz, un uomo simpatico ma una caricatura di un politico che ha ceduto a Netanyahu e la cui carriera si è conclusa poco dopo". Gantz tira dritto e, prendendo la parola dopo essere stato eletto alla guida della Knesset, rivendica la scelta: "Ha vinto la democrazia", afferma, celebrando quello che non è un giorno gioioso ma "importante". "Prometto a tutti gli israeliani di fare la cosa giusta in questo momento", aggiunge, assicurando che non scenderà a "compromessi sui principi per i quali hanno votato oltre un milione di cittadini".