"Ci troviamo tutti in una crisi di dimensioni mai immaginate". Le parole di Lothar Wieler, il presidente del Robert Koch Institut (Rki), il maggiore centro epidemiologico tedesco, fotografano una Germania sempre più sgomenta di fronte al balzo quotidiano dei contagi.
Stando alle cifre fornite dall'Rki, ci sono circa 14 mila contagi in Germania e 31 vittime. E il bilancio cresce a oltre 18 mila nel conteggio della Zeit online, che incrocia le cifre con quelli dei Laender.
Un po' più bassa la conta della Johns-Hopkins University, che arriva comunque a oltre 15 mila casi e 44 morti. Cifre che fanno paura. Eppure c'è una domanda che serpeggia insistente: perché il tasso di mortalità in Germania è così prepotentemente più basso che altrove in Europa?
Meno di 50 morti, un bilancio che - rispetto al trend degli altri Paesi, Italia in testa - risulta ben meno gravoso. Un numero che comunque "presto cambierà" perché "siamo solo all'inizio di un'epidemia", ha ribadito oggi Wieler.
La questione ha interessato anche il Financial Times: a fronte di una crescita di infezioni esponenziale, "il Paese mostra di essere notevolmente resiliente; e considerando solo i contagi noti, il numero delle vittime è finora minuscolo".
Confrontando i dati, con poco più di 9000 contagi, la Francia giovedì contava già 243 morti, la Spagna con oltre 17 mila casi arrivava addirittura a 803 vittime.
"Anche gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e persino la Corea del Sud mostrano tassi di letalità significativamente più alti della Germania". Ovviamente il tema è molto dibattuto pure in Germania, anche se i virologi avvertono di non correre a trarre conclusioni affrettate.
Tra le possibili risposte offerte dallo Spiegel, in uno degli articoli più letti sul suo sito, quella legata all'alto numero dei testi effettuati "nei casi sospetti". Il settimanale ha ricordato che solo la scorsa settimana sono stati effettuati 100 mila tamponi, ossia molti di più di quelli realizzati, per esempio, in Gran Bretagna: "Si può dunque supporre che nel Regno Unito vi siano ben più contagi non scoperti di quante ve ne siano in Germania. Anche nella Corea del Sud, dove pure si è proceduto ad alto numero di test, si registra un tasso proporzionalmente basso".
È ciò che ha rilevato anche il capo del Koch Institut, Lothar Wieler: circa 160 mila test ogni settimana. "È una dimensione molto significativa, e possiamo incrementare ulteriormente il numero delle analisi". In pratica, dicono gli esperti, il gran numero di tamponi permette di individuare anche i contagiati con pochi sintomi o addirittura asintomatici, che hanno una più alta probabilità di sopravvivenza.
Sarebbe insomma una questione che riguarda in generale la solidità del sistema sanitario tedesco: la settimana scorsa il governo tedesco ha ordinato 10 mila respiratori, che vanno a sommarsi ai 25 mila già a disposizione degli ospedali in tutto il territorio nazionale.
A Berlino si sta realizzando una clinica interamente dedicata al coronavirus con 1000 posti letto. Poi c'è il tema dell'età.
Sempre stando ai dati del Koch Institut, in Germania circa l'80% delle persone con infezione da Covid-19 ha meno di 60 anni.
"Soprattutto all'inizio dell'epidemia in Germania abbiamo visto che molti casi riguardavano persone che tornavano dalla settimana bianca e vacanze simili, ossia persone che a grande maggioranza sono relativamente giovani", ha fatto notare Matthias Stoll, professore di medicina all'Università di Hannover. In effetti, per esempio in Italia l'età media è certamente più alta che in Germania, come ricordato anche da Michael Ryan dell'Oms: "L'Italia è sempre stata un modello per il fatto che lì le persone vivono più a lungo. Ma in questa situazione porta anche ad un tasso di letalità più alto".
È il Muenchner Merkur a ricordare le percentuali dei pazienti di coronavirus: in Italia l'età media è di 63 anni, in Germania di 47 anni. Nondimeno, la 'curva' dei contagi appare inarrestabile.
La Germania sta pensando a ulteriori misure restrittive sulla vita pubblica, compresi divieti di uscire di casa. La cancelliera Angela Merkel si consulterànuovamente domenica con i governatori dei Laender per una valutazione della situazione che sarà "rigorosa", come confermato dal portavoce del governo, Steffen Seibert. Il primo Land a muoversi in quanto a "lockdown" è la Baviera: il governatore Markus Soeder ha annunciato "fondamentali limitazioni d'uscita", ossia la riduzione "quasi completa" della vita pubblica.
Da questa mezzanotte verranno chiusi anche i ristoranti e le osterie, mentre sono confinati allo stretto necessario tutti gli spostamenti.
Anche altri Laender hanno varato misure più restrittive: in Bassa Sassonia da domani sera dovranno rimanere chiusi tutti i ristoranti ed i caffè, in Renania Palatinato, invece, sono vietati gli assembramenti "con più di cinque persone" e si chiudono ristoranti e osterie, mentre nel Baden Wuerttemberg il divieto di assembramento scatta con gruppi di "oltre tre persone"