Un nemico invisibile che svuota le nostre strade e le città, la gente chiusa in casa, i presidenti che in televisione annunciano lo stato d'emergenza: l'immaginario di Hollywood molto spesso ha anticipato - in genere esagerandole, per fortuna - le varie e possibili apocalissi del mondo, come abbiamo già visto con l'11 settembre.
Ma questa volta il coronavirus ha colpito anche il cinema: tra cancellazioni di 'prime', rinvii di kolossal, incassi mancati, festival annullati e persino star contagiate (il caso di Tom Hanks, ovviamente), ora pure la settima arte scopre di aver paura.
Anzi, come scrive il Los Angeles Times, ""Hollywood sta scoprendo che la realtà è più spaventosa dei propri disaster-movies". Gli esperti del settore stimano che saranno perduti fino a 20 miliardi di dollari solo quest'anno, se la "quarantena del cinema" si estenderà per molti mesi. Finora è stato un crescendo di notizie funeste. Il primo colpo di scure è arrivato proprio dall'Italia, quando a febbraio è stato annunciato lo stop delle riprese di "Mission: Impossibile 7": sotto la direzione del regista Christopher McQuarrie, erano programmate ben tre settimane di riprese del blockbuster con Tom Cruise nel nostro Paese, già sferzato dal virus.
Pochi giorni dopo la MGM ha fatto sapere che l'uscita di "No Time to Die", ossia il nuovo James Bond - l'ultimo, supponibilmente, con Daniel Craig nei panni di 007 - viene rinviato da aprile per ben sette mesi, a novembre, e questo "dopo un'attenta riflessione e approfondita valutazione del mercato cinematografico globale", come recita la nota ufficiale.
Tutta la campagna del nuovo 007 era già annullata in Cina, dove tutto la provincia di Hubei era già stata messa sotto chiave. E ancora. "Confrontati con la concreta prospettiva di un bagno di sangue nei box office dato che pubblico rimane chiuso in casa, gli studios stanno rinviando alcuni dei film più annunciati dell'anno", scrive ancora il Los Angeles Times.
A cominciare da "F9", ovvero il capitolo numero 9 della serie di "Fast & Furious", nel cui cast figurano tra gli altri Vin Diesel, Michelle Rodriquez, Hellen Mirren e persino Charlize Theron: la sua uscita è stata rinviata addirittura di un anno, ad aprile 2021.
Nessuna data, invece, per l'annunciatissimo "Mulan" in carne ossa della Disney, remake dell'omonimo film d'animazione del 1998, basato sulla leggenda cinese dei Hua Mulan, ragazza che sotto le mentite spoglie di un guerriero maschio riuscirà a fermare l'invasione degli Unni. Stesso destino per altri potenziali blockbuster come "The New Mutants", tratto dalla omonima serie a fumetti della Marvel, o come l'horror "A Quiet Place 2 - Un posto tranquillo", con Emily Blunt, previsto per marzo, rinviato 'sine die'. Idem "Antlers" di Guillermo del Toro e "Peter Rabbit 2", slittato dal 9 aprile al 7 agosto. Il regista di "Quiet Place 2", John Krasinski, ha commentato mesto su Instagram: "Il mio film va visto in compagnia, al cinema. Evidentemente non è il momento giusto".
A causa della pandemia di Covid-19 le sale sono già chiuse in Cina, Italia e Polonia, ma a catena i sipari caleranno anche nei cinema di altri Paesi. Negli Usa per ora provano a resistere, ma la stragrande maggioranza dei biglietti rimane invenduta. Si tratta di correre ai ripari: gli studi della Disney hanno firmato tutti i set, allo scopo di limitare tutti i "contatti sociali". Ne pagano le spese poderosi film in lavorazione come "The Little Mermaid", "Nightmare Alley", sempre di Guillermo del Toro, "The Last Duel" di Ridley Scott, con Ben Affleck e Matt Damon. Anche Netflix ha annunciato l'interruzione della produzione di film e serie di tv "per almeno due settimane". Ma lo stop potrebbe prolungarsi molto di più. Per chi lavora nel cinema è uno shock: comprimari, comparse, maestranze e operatori, nessuno sa quando arriverà un nuovo ingaggio.
Non è un mestiere in cui si possa lavorare da casa, e se finisce in quarantena la star, sono milioni di dollari che prendono il volo. "Non esiste un modo 'quarantine-friendly' per realizzare un film", dice la regista di documentari Gabriela Cowperthwaite, che ha dovuto cancellare un progetto che prevedeva riprese in Africa. Appunto. Un altro "fermi tutti" riguarda proprio Tom Hanks, risultato positivo a coronavirus: era impegnato, in Australia, nelle riprese del nuovo film di Baz Luhrman (quello di "Moulin Rouge"), un biopic targato Warner Bros su nientemeno che Elvis Presley, nel quale la star di "Forrest Gump" interpreta la parte del colonnello Tom Parker, il leggendario manager del 're del rock'n'roll'.
Hanks, come si sa, l'ha presa con filosofia: lui e sua moglie si trovano in quarantena ma prendono "ogni giorno come viene". Ma non è finita qui. Annullata la megafiera di settore di CinemaCon, che ogni anno presenta a Las Vegas gli ultimi progetti di Hollywood, annullati i festival di Tribeca a New York e lo International Film Festival di San Francisco, che dovevano tenersi in aprile, così come è stato cancellato il South by Southwest festival di Austin, in Texas. Ancora non si hanno notizie del prossimo festival di Cannes, che normalmente si tiene a maggio: pochi sono disposti a scommettere su una Croisette affollata come sempre. Le previsioni degli analisti del mercato cinematografico sono cupe.
Nel 2019 gli incassi globali di Hollywood toccavano la cifra-monstre di 42 miliardi di dollari. I 20 miliardi che potrebbero venir meno, soprattutto se crollano i mercati esteri, sarebbero un colpo dal quale la "fabbrica dei sogni" potrebbe riprendersi solo con immensa difficoltà. Il bello è che a suo modo Hollywood aveva previsto tutto. In questi giorni va fortissimo nelle varie piattaforme di streaming un film 'profetico' del 2011: si tratta di "Contagion", di Steven Soderbergh, con Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Jude Law, Kate Winslet, Lawrence Fishburne. Parlava di una misteriosa pandemia con sintomi non dissimili a quelli di un'influenza, causato dalla commistione di un'infezione suina e di un pipistrello. Per fronteggiarla vengono imposte quarantene di massa, chiuse le strade, i negozi rimangono vuoti, mentre si diffondono sempre di più folli teorie cospirazioniste. Per fortuna è solo fantasia. Più o meno.