È stato il giorno di Joe Biden, che avanza a grandi passi verso la sfida finale contro Donald Trump, conquistando il sostegno, uno dopo l'altro, dei candidati democratici centristi e, ultimo in ordine di tempo, di Michael Bloomberg, che ha gettato la spugna. Al Super Martedì delle primarie democratiche per decidere chi sfiderà il presidente americano il prossimo novembre, forte del successo nella Carolina del Sud della scorsa settimana, l'ex vice presidente ha confermato il suo trionfante ritorno in pista vincendo in Virginia, Alabama, Arkansas, Massachusetts, Minnesota, Carolina del Nord, Oklahoma e Tennessee.
E se l'ex sindaco di New York è arrivato primo solo nelle isole Samoa, Bernie Sanders ha vinto in Colorado, Utah, Vermont e soprattutto in California che porta in dote il più ghiotto bottino di delegati, 415. A decretare il vincitore non è infatti il numero degli Stati vinti ma il numero di delegati guadagnati che vengono assegnati su base proporzionale.
Ne servono almeno 1.991 per aggiudicarsi la nomination democratica e al Super Tuesday ne vengono distribuiti 1.344, ovvero circa un terzo del totale. Per questo sarà decisivo il Texas dove i delegati in palio sono 228 e dove Biden è in lieve vantaggio su Sanders. Si aspetta infine il verdetto del Maine che attribuisce solo 24 delegati dem. "Vinceremo la nomination", ha rassicurato Sanders. "Siamo vivi, unitevi a noi", ha esultato Biden parlando da Los Angeles dove è stato brevemente interrotto da alcuni manifestanti.
L'ex numero due di Barack Obama ha riconosciuto l'importanza degli endorsement ricevuti dai rivali dem moderati che hanno abbandonato la gara: Amy Klobuchar, Pete Buttigieg e Beto O'Rouke. È stata una serata da dimenticare, invece, per Elizabeth Warren, che non ha vinto neppure nel suo Stato, il Massachusetts, e che potrebbe essere arrivata fine corsa. "Non le resta che bersi una bella birra fresca con il marito", ha infierito il presidente Donald Trump via Twitter, stigmatizzando anche l'altro perdente della serata oltre a Warren, ovvero "Mini Mike Bloomberg" che "ha buttato dalla finestra" oltre 500 milioni di dollari investiti in spot elettorali.
"Tre mesi fa, sono entrato nella corsa per la presidenza per sconfiggere Donald Trump. Oggi lascio per la stessa ragione: per sconfiggere Donald Trump perché mi è chiaro che restare renderebbe l'obiettivo più difficile", ha spiegato Bloomberg in una mail ai suoi sostenitori annunciando il ritiro. "Dopo il voto di ieri - ha aggiunto - è chiaro che il candidato è il mio amico e un grande americano, Joe Biden", ha aggiunto, celebrando "la decenza, l'onestà e l'impegno" dell'ex vice presidente. "Oggi sono felice di appoggiarlo e lavorerò per renderlo il prossimo presidente degli Stati Uniti", ha assicurato.
"Mini Mike Bloomberg adesso licenzierà Tim O'Brein e tutti gli sciocchi e le persone veramente stupide che lo hanno coinvolto in questo CASINO. Questa è stata la peggiore, e più imbarazzante, esperienza della sua vita ...", è tornato, a quel punto, ad attaccarlo Trump, sfoderando il sarcasmo più spietato. Il risultato del Super Martedì ha confermato il forte sostegno di cui gode Biden tra gli afro-americani, con le vittorie negli Stati del Sud.
Secondo un sondaggio di Nbc, a suo favore avrebbe giocato anche il fattore coronavirus, che gli avrebbe fatto guadagnare il 50% dei voti di coloro che sono preoccupati per l'epidemia. E se Elizabeth Warren, che non ha vinto neanche nel suo Stato, il Massachusets, sta valutando con la sua squadra i prossimi passi, una donna afroamericana come vice presidente - la prima nella storia degli Stati Uniti, a dodici anni dall'elezione del primo presidente nero - è la carta che potrebbero giocare sia Joe Biden sia Bernie Sanders nella corsa finale alla convention di luglio che eleggerà il candidato democratico alla Casa Bianca. I nomi più gettonati per entrambi sono due: la senatrice californiana ed ex candidata presidenziale Kamala Harris e l'ex candidata alla guida della Georgia, Stacey Abrams.