Il presidente afghano, Ashraf Ghani, ha fatto sapere che la tregua parziale di sette giorni proclamata per favorire i negoziati tra talebani e Stati Uniti continuerà, ma ha respinto un punto cruciale dell'accordo di pace raggiunto a Doha che riguarda la liberazione di 5 mila detenuti da parte di Kabul. "Non c'è un impegno a liberare 5 mila prigionieri", ha affermato Ghani in una conferenza stampa a Kabul all'indomani dell'intesa firmata dagli Usa e dal gruppo fondamentalista islamico , precisando che uno scambio di detenuti "potrebbe entrare nell'agenda per i colloqui inter-afghani, ma non può essere un pre-requisito per i negoziati".
La "riduzione della violenza" riguardava la settimana che ha preceduto la firma a Doha sabato dello storico accordo tra talebani e Usa che prevede il ritiro entro 14 mesi di tutte le truppe straniere dall'Afghanistan a patto che i talebani rispettino una serie di impegni e avviino negoziati con Kabul per un accordo di pace complessivo. "La riduzione della violenza continuerà con l'obiettivo di raggiungere un pieno cessate il fuoco", ha dichiarato Ghani, "il generale americano Scott Miller (comandante delle truppe straniere in Afghanistan, ndr) ha detto ai talebani di attenervisi e e ci si attende che prosegua".
Gli accordi di Doha sono stati raggiunti dalle delegazioni di Stati Uniti e talebani, guidate dall'inviato della Casa Bianca Zalmay Khalilzad e dal mullah Baradar. Sono una prima intesa, a oltre 18 anni dall'intervento americano dopo gli attentati dell'11 settembre. Tra i punti cruciali c'è proprio lo scambio di prigionieri: i talebani ne dovrebbero rilasciare un migliaio e il governo afghano dovrebbe rimettere in libertà 5 mila talebani. Le parole di Ghani, già nel mirino in patria per le accuse di brogli nella sua rielezione annunciata la settimana scorsa dopo mesi di attesa, fanno capire quanto sia ancora lunga la strada verso la pace in Afghanistan.