In Usa, un'altra tragedia senza senso, causata dalla violenza delle armi. È di sei morti, compreso l'autore, il bilancio di una sparatoria in un famoso birrificio a Milwaukee, nel nord degli Stati Uniti.
L'autore della strage era stato licenziato poche ore prima dall'azienda, molto nota in Usa per i suoi marchi Coors e Miller: è tornato nella sede della società e ha aperto il fuoco. Al momento degli spari nel primo pomeriggio c'era un migliaio di persone all'interno della struttura. Cinque dipendenti dell'azienda sono caduti sotto i proiettili.
I dipendenti dell'azienda erano stati informati via email che una persona armata e che sparava era all'interno dell'edificio o vicino alla tromba delle scale del secondo piano di uno degli edifici. La polizia è intervenuta e sono intervenuti anche i tiratori scelti delle 'forze speciali', lo Swat, e agenti dell'Fbi.
Il campus è stato isolato così come è stata circondata tutto l'area e sono state bloccate le principali strade della zona, chiuse le scuole vicine. In pochi minuti una giornata normale di lavoro si è trasformata nel caos. "È una giornata tragica per la nostra città", ha detto il sindaco, Tom Barrett, "Cinque famiglie, anzi sei saranno in lutto".
Il presidente Usa, Donald Trump, ha definito l'autore, che probabilmente si è tolto la vita, un "malvagio assassino" e ha offerto "le più sentite condoglianze" alle vittime e alle loro famiglie. Piu' di mille persone erano, al momento della tragedia, nel campus, composto da uffici e due birrifici.
La speaker della Camera, a Capitol Hill, Nancy Pelosi su Twitter ha invitato il Congresso a "intraprendere azioni concrete per fermare la violenza armata". "Possiamo trovare la forza e la volontà di agire contro la violenza armata e non accettare mai l'inaccettabile", ha aggiunto Pete Buttigieg, candidato alle nomination democratica per le elezioni presidenziali di novembre. La questione del rafforzamento delle leggi sulle armi potrebbe essere uno dei temi 'sensibili' della campagna elettorale che sta prendendo il via in Usa.