L’Afd rischia di rimanere fuori da un Parlamento regionale, i Verdi raddoppiano i propri consensi, la Spd tira un sospiro di sollievo e mantiene il governo di Amburgo, i vincitori festeggiano il risultato al grido di “Nazis Raus” (fuori i nazisti): stando ai primi risultati, l’atteso voto per il rinnovo del Landtag della città-Stato anseatica assume un significato politico significativo per tutta la Germania.
Per i socialdemocratici il 37,5% dei consensi, pur in netto calo rispetto alle elezioni di cinque anni fa, l’esito del voto rappresenta un importante sospiro di sollievo: per il partito che fu di Brandt e di Schmidt la prima vittoria importante da anni, che assicura a Peter Tschentscher di mantenere il suo posto di sindaco.
Raddoppiano, come previsto, i Verdi che dal 12,3% del 2015 balzano con la loro candidata di punta Katharina Fegebank al 25,4% attestandosi come seconda forza politica di Amburgo: è dunque praticamente certo che l’attuale coalizione ‘rosso-verde’ continuerà la sua esperienza di governo. È invece “un giorno amaro” per la Cdu di Frau Merkel, che vede anche qui un’emorragia di voti da quasi il 16% all’11,3%. Come ha ammesso lo stesso Paul Ziemiak, capo organizzativo dei cristiano-democratici, sicuramente non ha aiutato la performance del partito in Turingia, dove si è ritrovato a votare insieme all’ultradestra dell’Afd il nuovo governatore del Land.
Con esiti disastrosi: lo stesso presidente costretto alle elezioni, indignazione in tutto il Paese, la leader della Cdu Annegret Kramp-Karrenbauer che annuncia le proprie dimissioni nonché la rinuncia a correre come prossima candidata alla cancelleria.
Ma l’altro essenziale dato politico uscito dalle elezioni di Amburgo è il debolissimo risultato dell’Afd: per la prima volta dalla sua nascita, il partito dell’ultradestra guidato da Alexander Gauland, Alice Weidel e Joerg Meuthen corre il rischio di essere escluso da un Parlamento regionale. Stando alle prime proiezioni Alternative fuer Deutschland ha motivo di tremare: oscilla infatti intorno al 5% (più di un punto sotto il risultato del 2015), che è la soglia di sbarramento sotto la quale si rimane fuori dal Parlamento. A detta dei commentatori, anche qui può avere giocato un ruolo il caso Turingia – ogni forma di collaborazione con la destra radicale è considerata la “rottura degli argini”, la violazione di un tabù per gli altri partiti – ma forse ancora di più la strage di pochi giorni fa ad Hanau, in Assia: praticamente tutte le altre forze politiche hanno puntato apertamente il dito contro l’Afd, considerata responsabile del “clima d’odio” e delle tendenze xenofobe che sono andate crescendo in Germania negli ultimi anni.
In difficoltà anche i liberali dell’Fdp, dati intorno al 5% e perciò anche loro a rischio esclusione Landtag: non è escluso che pure su questo debole dato abbia influito “l’affaire Turingia”, dove l’Fdp ha votato insieme a Cdu e Afd per far eleggere il proprio candidato. In lieve crescita, infine, il partito della sinistra, la Linke, che oscilla dal 9,1% al 9,5%. Esultano (pur avendo perso più di 8 punti rispetto a cinque anni fa) i socialdemocratici, che mantengono il governo di una grande città e che vedono fermarsi, almeno per ora, un trend negativo che dura da anni (i sondaggi nazionali che li vedono ai livello più bassi nella loro storia ultracentenaria). I
l vicecancelliere nonché ministro alle Finanze, Olaf Scholz, infatti spera che il voto amburghese “sia una spinta” per il partito nazionale e si dice “superfelice” del risultato. Esulta il ministro degli Esteri Heiko Maas, non solo per il risultato del suo partito, la Sdp, ma anche per la cattiva performance dell’Afd: “Gli istigatori d’odio e propagatori di paura sono fuori”, ha twittato Maas. Il segretario generale dell’Spd, Lars Klingbeil, è tornato a chiedere che l’ultradestra venga messa “sotto osservazione” dall’intelligence tedesca: “Si tratta del braccio politico della destra estrema”. Di successo “fulminante” parla il leader nazionale dei Verdi, Robert Habeck, anche perché si tratta storicamente del secondo miglior risultato nella storia degli ambientalisti a livello regionale.
“Si tratta di una chiara indicazione per la continuazione del governo rosso-verde. Se la Spd decidesse altrimenti, non sarebbe una scelta intelligente”, ha detto Habeck. Di contro, l’Afd, con il suo candidato di punta Dirk Nockeman, punta il dito contro gli altri partiti, accusandoli di aver messo in atto “una campagna di emarginazione” nei confronti dell’ultradestra, mentre uno dei leader nazionali del partito, Tino Chrupalla, vede soprattutto “il crollo dei partiti borghesi”. Alla pubblicazione degli exit poll e delle prime proiezioni, alle feste di partito di Spd e Verdi i militanti hanno inneggiato alla vittoria al grido di “Nazis Raus” (fuori i nazisti). Significativo anche il notevole aumento dell’affluenza, attestatasi al 62%: cinque anni fa, con il 56,9%, aveva raggiunto il livello più basso sin dal 1949. Anche questo il segnale del fatto che è stato un voto che andava oltre i confini della città-stato.