Più di 10.000 civili sono stati uccisi o feriti nella guerra in Afghanistan l'anno scorso: lo rileva una rapporto Onu diffuso oggi nell'annunciare la storica tregua parziale che ha avuto inizio in tutto il Paese. Secondo la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), nel 2019 sono stati uccisi 3.404 civili e feriti 6.989. Mentre il numero è sceso del cinque per cento rispetto al 2018, è stato comunque il sesto anno consecutivo che la guerra ha causato più di 10.000 vittime, sottolinea l'Onu. "Quasi nessun civile in Afghanistan è sfuggito alla violenza in corso," ha detto Tadamichi Yamamoto, capo dell'Unama.
"È assolutamente necessario che tutte le parti colgano l'occasione per fermare i combattimenti, perché la pace è attesa da tempo; le vite dei civili devono essere protette e gli sforzi per la pace sono in corso", ha aggiunto. Il calo del cinque per cento delle vittime è stato attribuito alla diminuzione dell'attività dell'affiliato locale dello Stato islamico nell'Afghanistan orientale, che è stato in gran parte spazzato via l'anno scorso. Oggi è iniziata una tregua parziale, definita dalle parti in guerra come "riduzione della violenza", in tutto l'Afghanistan.
I Talebani, le forze statunitensi e afghane hanno concordato di ridurre la violenza per sette giorni prima della prevista firma, il 29 febbraio, di un accordo con gli Usa che potrebbe iniziare a porre fine alla guerra. Gli Stati Uniti sono in trattative con i Talebani da più di un anno per ottenere l'accordo, in cui ritireranno migliaia di truppe in cambio delle garanzie di sicurezza dei Talebani e della promessa di tenere colloqui di pace con il governo di Kabul. Il rapporto dell'Unama sostiene che ci sono state notevoli fluttuazioni nella violenza per tutto il 2019, in coincidenza con i guadagni e le battute d'arresto durante i negoziati tra Usa e Talebani.