Grande risalto sui giornali iraniani alle elezioni di domani, ma acquista spazio anche la storia del coronavirus, dopo che ieri sono stati annunciati i primi due morti nel Paese, a Qom. Keyhan, uno dei giornali più antichi e considerato tra i più conservatori, apre col titolo "Domani tocca al popolo. Elezioni di un Parlamento forte per un Iran potente. Ogni voto è uno schiaffo a Trump".
Al centro della prima, un grafico spiega i "requisiti dei candidati scelti del popolo iraniano": "Fedele all'islam, che porti idee buone, gran lavoratore, coraggioso, consapevole del suo dovere, giusto, forte davanti al nemico, non deve approfittare del posto che ha per arricchirsi, fedele al popolo e al Paese, deve avere una forte sicurezza interiore, fedele alla Rivoluzione islamica".
Di spalla, c'è una critica al ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, per il suo incontro a Monaco col senatore democratico americano, Chris Murphy. "Il Congresso americano è complice dell'assassinio del generale Soleimani, per questo motivo la visita di Zarif agli assassini di Soleimani è un'offesa al popolo iraniano". In un inserto si dà poi spazio ai consigli su come difendersi dal nuovo coronavirus "Non seguire igiene personale e mangiare male è più pericoloso del coronavirus" è il titolo del lungo pezzo, in cui tra le altre cose si consiglia di non far tritare la carne dal macellaio, ma di farlo a casa per essere sicuri di lavare bene la carne dal sangue.
Il giornale Etemaad apre la prima dando spazio a diverse voci del campo riformista per spiegare "perché andiamo a votare". Alla domanda rispondono: Mohammad Reza Aref, leader di Speranza dei riformisti al Parlamento iraniano uscente, secondo il quale si deve andare alle urne "per l'Iran"; Elias Hazrati, ex parlamentare e caporedattore di Etemaad: "Anche se abbiamo problemi tra di noi e ci sono tante critiche, andiamo a votare lo stesso"; Tayebeh Siavoshi, anche lei deputata riformista sostiene che "non andare a votare è una tattica destinata a fallire". Il quotidiano riporta in prima anche l'appello del presidente 'centrista' Hassan Rohani che, ieri in una riunione di governo, ha ribadito: "Andate a votare, è il dovere più importante per rompere l'embargo e l'assedio dell'Iran".
Hamshari, giornale nazionale molto diffuso e di area riformista, apre col titolo "Il giorno delle elezioni del popolo". Anche lui dà spazio a quanto detto ieri dal presidente Rohani: "Stato e Parlamento devono rimanere vicini finchè risolviamo i problemi del Paese". Vengono riportate nello stesso pezzo anche le parole del ministero degli Esteri Zarif: "Se partecipassero anche i candidati squalificati, andrebbe a votare molta più gente, ma ora non è più il momento di discutere di questo".
Le agenzie di stampa Isna e Irna si limitano a riportare in homepage che la campagna elettorale è finita e che oggi vige il silenzio elettorale. Anche qui spazio alle regole di prevenzione del coronavirus.