L'escalation ha fatto un nuovo salto in avanti a Tripoli. L'Esercito nazionale del generale Khalifa Haftar ha bombardato il porto della capitale libica. Nell'attacco sono stati uccisi tre civili e almeno altri cinque sono rimasti feriti. I razzi sono caduti a pochi metri da una delle petroliere impegnate nella fornitura di gas Gpl alla capitale.
"Il bombardamento poteva avere conseguenze catastrofiche", ha dichiarato il presidente della Compagnia petrolifera libica, Mustafa Sanalla, che ha fatto ritirare due navi dalla zona per portarle in acque sicure, lasciando cosi' senza gas tutta la città, comprese scuole e ospedali.
Il presidente del Governo di accordo nazionale, Fayez al Serraj, per risposta ha deciso di sospendere i colloqui 5+5 di Ginevra decisi alla Conferenza di Berlino per monitorare la tregua. E della tregua in Libia è rimasto ormai ben poco. Scontri violenti sono stati segnalati anche nella serata in alcune aree della capitale.
Il comando generale dell'Esercito della Cirenaica ha rivendicato l'attacco all'infrastruttura sostenendo di aver "colpito un deposito di armi e munizioni" e di aver "impedito l'arrivo di mercenari siriani". "L'attacco di oggi al porto di Tripoli avrebbe potuto portare a un disastro umanitario e ambientale e avrà un impatto significativo su una regione affollata come Tripoli", ha dichiarato in una nota invece il presidente della Noc, Sanalla.
"La città non ha strutture operative per lo stoccaggio del carburante in quanto il magazzino principale della capitale è stato evacuato a causa dei combattimenti nell'area di Airport Road, dove si trova il magazzino. Le conseguenze saranno immediate: ospedali, scuole, centrali elettriche e altri servizi vitali verranno interrotti", ha aggiunto. L'esecutivo guidato da Serraj ha condannato "i continui raid sulle capitale e sulle sue strutture vitali che vanno a paralizzare la vita della popolazione".