Con un ampio consenso tra le forze politiche, frutto dell'abile tessitura del premier di centrodestra, Kyriakos Mitsotakis, la Grecia ha per la prima volta una donna presidente della Repubblica. Ekaterini Sakellaropoulou, magistrato di lungo corso con una vocazione per l'ambiente e finora presidente del Consiglio di Stato, ha ottenuto in Parlamento i voti di 261 dei 300 deputati, ed è passata al primo scrutinio con il sostegno non solo del partito del premier, Nea Demokratia, ma anche di Syriza, la formazione di sinistra dell'ex capo del governo, Alexis Tsipras, e del movimento di centrosinistra Alleanza per il cambiamento (Kinal).
Mitsotakis ha dunque centrato subito l'obiettivo di eleggere un capo dello Stato il più possibile condiviso, e con la scelta di puntare su una personalità di prestigio istituzionale ma estranea alla politica e tuttavia forte di un apprezzamento bipartisan della politica. Non a caso, Sakellaropoulou era stata nominata presidente del Consiglio di Stato durante il governo Tsipras, nel 2018, e questo ha facilitato il si' di Syriza che è oggi all'opposizione.
E a conferma del gradimento trasversale per la candidata alla presidente, tre dei sei deputati che non hanno potuto partecipare alla votazione, tra i quali l'ex premier Antonis Samaras, hanno sentito il bisogno di comunicare per lettera al presidente del Parlamento, Kostas Tasoulas, che se fossero stati presenti avrebbero votato per Sakellaropoulou.
La presidente si insedierà il 13 marzo al posto di Prokopis Pavlopoulos e resterà in carica per cinque anni. Il premier Mitsotakis ha incassato il successo con manifesta soddisfazione. La presidente, ha affermato, "è il simbolo dell'unità della nazione greca" e la sua elezione dimostra "che i greci sanno essere concordi sulle scelte importanti".
La missione del nuovo capo dello Stato, nelle parole di Mitsotakis, sarà "guidare la transizione del Paese a una nuova era".
Sakellaropoulou, 63 anni, è nata a Salonicco nel 1956 e ha studiato giurisprudenza nell'Università di Atene, dove si è laureata nel 1978, per poi specializzarsi in diritto amministrativo e diritto costituzionale alla Sorbona di Parigi. E' entrata nella magistratura amministrativa quattro anni più tardi, quando nel 1982 è stata nominata relatore del Consiglio di Stato.
Nel 1988 è stato promossa presidente di sezione e nel 2000 è diventata consigliere. Il 23 ottobre 2015 e' stata nominata vicepresidente del Consiglio di Stato e il 17 ottobre del 2018 ha assunto la presidente del massimo consesso della giustizia amministrativa. È stata molto attiva anche nelle relazioni internazionali, assumendo diversi ruoli nell'Associazione dei funzionari giudiziari del Consiglio d'Europa, della quale è stata per due volte presidente, dal 1993 al 1995 e dal 2000 al 2001).
Ha inoltre insegnato alla Scuola nazionale della magistratura e ha fatto parte di varie commissioni consultive, tra le quali il Consiglio disciplinare del ministero degli Esteri. Nella sua carriera di magistrato, Sakellaropoulou, si è specializzata in diritto ambientale, seguendo diversi processi che in Grecia hanno fatto discutere come quello sulla deviazione del fiume Acheloos nella pianura di Salonicco. Al diritto ambientale ha dedicato anche diverse delle sue molte pubblicazioni giuridiche, e in particolare saggi sulla pianificazione territoriale, la silvicoltura, la tutela delle foreste, l'energia rinnovabile e l'impatto delle infrastrutture sull'ambiente.