Tra tutti i paesi del Golfo, l'Oman è quello che soffre del deficit fiscale più consistente, andato crescendo dopo il crollo dei prezzi del petrolio dai loro massimi di oltre i 100 dollari al barile nel 2014. E ciò ha portato il debito pubblico ad un drammatico aumento del rapporto con il Pil dal 5% a circa il 60%. Il sultanato, in realtà, conta su un basso volume di produzione di greggio - i giacimenti sono modesti rispetto agli altri paesi del Golfo - ma è fortemente dipendente dai proventi delle vendite di 'oro nero' e arranca a causa della sua limitata diversificazione del settore non petrolifero.
La sfida per il futuro sarà proprio questa: essere più indipendente dal settore del greggio, e sperimentare nuovi settori come ad esempio il turismo che cresce in misura consistente. Nel frattempo però, e nonostante questo grande potenziale, i problemi di bilancio restano la spina nel fianco di Muscat: quest'anno la spesa aumenterà del 2% a 13,2 miliardi di rial (34,38 miliardi di dollari), e il deficit/Pil resterà elevato ai livelli dell'8%.
Come ha rilevato di recente S&P, l'economia dell'Oman è quindi fortemente dipendente dagli idrocarburi, che costituiscono circa il 35% del suo prodotto interno lordo, il 60% delle esportazioni e il 70% delle entrate fiscali. Dal 2020 il Governo prevede che la produzione di greggio aumenterò gradualmente fino a raggiungere 1,1 milioni di barili al giorno entro il 2022, dai circa 0,97 milioni di barili al giorno nel 2019, ma molto probabilmente su questi numeri potranno influire i recenti tagli alla produzione decisi dall'Opec.
Sui settori sui quali punta il sultanato, c'è quello del turismo: l'aumento degli arrivi internazionali cresce a ritmi di doppia cifra, e rappresentano una boccata d'ossigeno. In realtà, per sopperire alla sua fragilità economica, il Paese ha spinto da circa 15 anni l'acceleratore sulla produzione di gas da quando, con BP, si è sviluppato il gigantesco giacimento di gas a tenuta stagna di Khazzan. Ciononostante, la situazione è peggiorata soprattutto a seguito del calo dei prezzi del petrolio del 2014.
Dopo le proteste del 2011 contro la corruzione e la disoccupazione, le assunzioni statali hanno subito un'impennata (facendo ovviamente rialzare la spesa) e si è verificato anche un colpo di freno all'esecuzione di nuovi progetti. Quello più importante e portato a termine riguarda la realizzazione di un nuovo porto e di un polo industriale a Duqm, sulla costa sud-orientale. La privatizzazione però è stata lenta, e la vendita di 1 miliardo di dollari di dicembre del 49% dell'azienda di trasmissione dell'energia elettrica alla rete statale cinese è stato il primo grande affare al di fuori del settore petrolifero.
I turisti crescono del 41,2% e uno su dieci è italiano
Il turismo sta intanto diventando un'importante risorsa per l'Oman, che rappresenta una meta sempre più frequentata: soltanto nel I trimestre del 2018, il sultanato ha accolto 530.758 turisti internazionali, facendo registrare un incremento del 41,2% sullo stesso periodo dell'anno precedente. Di questi, il 10% - 35.984 - sono visitatori italiani: i nostri connazionali hanno fatto infatti registrare una crescita del 131,2% rispetto ai primi tre mesi del 2017. Attualmente l'Italia rappresenta il terzo mercato europeo, dopo Germania e Regno Unito.
A fronte di questi numeri, l'obiettivo del Governo è quello di fornire servizi sempre migliori e di stimolare anche la domanda interna, che infatti nicchia. Per far questo, proprio recentemente il Ministero del turismo ha elaborato un piano per elencare tutti i siti turistici: secondo la Local Tourism Incentive Initiative del ministero, devono essere creati sempre più servizi per soddisfare le esigenze dei turisti.
Parlando al Times of Oman, il leader di questa iniziativa Abdulwahed Al Farsi, direttore del Dipartimento per l'integrazione delle imprese di Omran (l'organismo di sviluppo turistico del Sultanato), ha dichiarato: "Questa iniziativa è stata lanciata nel marzo 2018, e mira a stimolare il turismo locale, creare servizi di buon livello che soddisfino le aspirazioni dei visitatori, migliorare e aumentare l'efficienza delle infrastrutture di servizio pubblico come elementi essenziali per il turismo locale, e fornire le strutture necessarie nelle aree turistiche".
Il turismo è importante e si sta incrementando nel paese, al punto che il Governo sta pianificando di implementare una nuova tassa sui ristoranti e i caffè che operano nelle aree turistiche del paese. Secondo quanto riportato dall'Oman Times, il Ministero del Turismo del sultanato ha già annunciato che i ristoranti e i caffè gestiti attraverso contratti di franchising e situati nelle aree turistiche dovranno pagare una tassa del 4% sulle entrate. Un modo per rimpinguare le casse erariali.