“Primo compito dell’Europa è convincere le parti a evitare una escalation. Conoscendo un po’ l’Iran credo che ci sia ancora volontà di salvare l’accordo”. Ne è convinto Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea, che in un’intervista al Corriere della Sera ricorda che “la Ue nasce come progetto storico di pacificazione”.
Secondo il numero due della Commissione di Bruxelles l’Europa ha fatto con Teheran “un lavoro costruttivo” come per esempio invitare “a nome di tutta la Ue” e attraverso l’Alto rappresentante Josep Borrell “il ministro degli esteri iraniano a Bruxelles per discutere la situazione e rilanciare il dialogo”, tanto che gli stessi iraniani “lo hanno riconosciuto” afferma Timmermans.
La Libia e Minniti
Ma perché la Commissione Ue posa far la sua dimensione geopolitica, il vicepresidente della Commissione Ue ha in mente “una personalità” in particolare e fa il nome dell’ex ministro dell’interno Marco Minniti: “Con la sua esperienza e i suoi contatti il governo italiano ha la possibilità di costruire insieme a Borrell e alla Commissione una politica europea ragionevole e importante che eviti l’escalation” dice Timmermans. Perché, a suo avviso, “la situazione in Libia dev’essere una priorità assoluta per l’Ue, non solo per le migrazioni” in quanto si dice convinto che “nell’intero Nord Africa, Egitto, Tunisia, Marocco, Algeria dobbiamo mostrare di aver capito che senza di loro non può esserci stabilità nella regione”.
Quanto alle migrazioni, Timmermans precisa anche che “non è stata la Commissione a lasciare l’Italia da sola, ma certi Stati membri”, di cui non fa il nome, e che comunque “quello” rimane “uno dei problemi che cercheremo di risolvere”, ovvero “che alcuni non siano più in grado di bloccare soluzioni urgenti e necessarie”.
Poi riconosce che “la politica iniziata dal governo Gentiloni è stata coronata da successo” perché “la situazione è migliorata non in conseguenza delle dichiarazioni bellicose del signor Salvini, ma come conseguenza di politiche realizzate passo per passo con l’Unione”. E adesso “occorrono prove concrete di solidarietà”.
Green New Deal
Parete dell’intervista al Corriere è dedicata anche al tema del Green Deal per il quale Timmermans dichiara che si tratta di “un progetto ambizioso e complicato” ma è quello “che vuole la nostra società, è quanto chiedono i giovani in Europa e nel mondo” anche perché la scienza è chiarissima: “Se non facciamo nulla ci saranno conseguenze insostenibili per tutti, ma soprattutto per noi”.
E indica tre grandi cose che stanno succedendo contemporaneamente: la crisi climatica, la nuova rivoluzione industriale, i mutamenti geopolitici. “È una sfida enorme, con cui abbiamo il dovere di misurarci: abbiamo mezzi, consapevolezza e conoscenze per vincerla” assicura il vicepresidente della Commissione Ue.