Il ritrovamento in Thailandia del cadavere di un cervo dentro la cui pancia sono stati ritrovati sette chilogrammi di plastica ha fatto scoppiare nuovamente l’allarme; il paese del sud-est asiatico infatti è uno dei maggiori consumatori di plastica del mondo. La brutta sorpresa ritrovata nello stomaco del cervo è sorpresa fino ad un certo punto: non si tratta del primo animale dentro il quale vengono trovate ingenti quantità di rifiuti non biodegradabili.
I più colpiti, come è ormai noto, sono gli animali marini. Nelle acque della Thailandia le autopsie hanno svelato un vero e proprio sterminio di tartarughe e dugonghi soffocati dalla plastica. Kriangsak Thanompun, direttore del parco nazionale di Khun Sathan, dove il cervo è stato trovato, ha fornito alla stampa le foto del contenuto dello stomaco dell’animale e c’era veramente di tutto: cialde per il caffè, confezioni di spaghetti istantanei, sacchetti di immondizia, asciugamani e perfino biancheria intima.
“La perdita del cervo selvatico è una tragedia. - ha detto Kriangsak - Dimostra che dobbiamo prendere sul serio il problema e ridurre la plastica monouso”. La Thailandia è costretta ad affrontare dunque un’altra perdita dopo quella di Mariam, ad agosto, un cucciolo di dugongo attorno al quale tutto il paese si èera stretto sui social mentre affrontava una brutta infezione dovuta all’eccessivo quantitativo di plastica ingerito. Mariam purtroppo alla fine non ce l’ha fatta, ma la sua morte è servita a riaccendere un dibattito che in Thailandia, così come in tutto il pianeta, sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza.