L’analisi svolta da Comparitech sulle città più sorvegliate del mondo riporta immediatamente il pensiero a quella realtà apocalittica descritta in “1984” da George Orwell. È evidente, è inevitabile, il Grande Fratello è già tra di noi e tutto pare stia partendo dalla Cina. Tra le prime dieci città più sorvegliate al mondo infatti, otto sono cinesi e l’apice si tocca a Chongqing, grande agglomerato urbano situato nel sud-ovest del paese dove confluiscono i fiumi Azzurro e Jialing.
"Occhi penetranti"
Una telecamera ogni sei residenti, non essere osservati in tutti i propri movimenti è praticamente impossibile. Lo sa bene un uomo cinese sospettato per un omicidio commesso nel 2002, che si aggirava indisturbato nella piazza principale della città, fermato perché il sistema di sorveglianza ha rivelato una somiglianza con il volto archiviato nel database che andava oltre il 60%. La polizia lo ferma e lui confessa. Il programma di sorveglianza tramite riconoscimento facciale che è proprio in prova nel grande centro cinese, a quanto pare, funziona. Lo hanno chiamato “Xue Liang”, “occhi penetranti” secondo Google Translate. La lotta al crimine è certamente uno dei risvolti positivi della faccenda, “ma a quale costo?”, si chiedono ora in Cina.
“Quella alla quale stiamo assistendo è una corsa verso il fondo della privacy tra gli uffici di polizia in Cina, con ciascuno che afferma di essere il migliore e più innovativo nello svolgimento della sorveglianza di massa e del controllo sociale” afferma Maya Wang, ricercatrice senior cinese presso Human Rights, che prosegue: “Questi sistemi vengono sviluppati e implementati senza significative protezioni della privacy contro la sorveglianza dello stato. La profondità, l'ampiezza e l'invadenza della sorveglianza di massa del governo cinese sui suoi cittadini potrebbero essere senza precedenti nella storia moderna”.
Come scrive The Guardian, “Per soddisfare gli standard internazionali sulla privacy sanciti dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, sia la raccolta che l'uso dei dati biometrici dovrebbero essere limitati alle persone ritenute coinvolte in illeciti e non a popolazioni ampie che non hanno un legame specifico con il crimine. Gli individui dovrebbero avere il diritto di sapere quali dati biometrici il governo detiene su di loro. I sistemi automatizzati di riconoscimento facciale della Cina violano tali standard”.
Una cosa che pare non spaventare granché il governo cinese che ha intenzione entro il 2022 di moltiplicare esponenzialmente la sorveglianza. L’estremismo mostrato dalla Cina dovrebbe spaventare fino ad un certo punto perché anche l’Occidente viaggia a grande velocità verso lo stesso obiettivo; le altre due città nella top ten di quelle più sorvegliate del pianeta sono Londra (sesto posto) e Atlanta (decimo).
Il caso di Londra
In Gran Bretagna durante l'estate, Transport for London ha iniziato a tracciare i movimenti dei suoi passeggeri attraverso la rete della metropolitana di Londra utilizzando le connessioni Wi-Fi dei loro telefoni. In pratica il governo improvvisamente era in grado di conoscere ogni cittadino di Londra dove era diretto, quando, perché, in compagnia di chi e cosa guardava durante il tragitto.
Alcune settimane dopo, è emerso che l'operatore privato dello sviluppo di King's Cross a Londra aveva implementato la tecnologia di riconoscimento facciale nella sua rete di telecamere a circuito chiuso senza espresso consenso o avvertimenti al pubblico. Dopo proteste pubbliche e un'indagine da parte dell'Information Commissioner's Office, il programma è stato demolito.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti invece, a maggio San Francisco è diventata la prima grande città ad applicare un divieto esplicito. Il supervisore Aaron Peskin, che ha sostenuto la nuova legislazione contro l’uso indiscriminato delle telecamere, ha dichiarato: “Si tratta in realtà di dire: 'Possiamo avere sicurezza senza essere uno stato di sicurezza. Possiamo avere una buona polizia senza essere uno stato di polizia”. Naturalmente c’è chi non la pensa allo stesso modo, come Stuart Greenfield di Facewatch , la principale azienda britannica di riconoscimento facciale, che sostiene che “Il genio della tecnologia di riconoscimento facciale è fuori dal comune. Se utilizzato responsabilmente dalle forze dell'ordine e dalle imprese per aiutare a ridurre la criminalità, è una forza positiva”. Nessuna città italiana al momento compare tra le prime venti più sorvegliate del mondo.