“Un errore del moderatore”: questo, secondo ByteDance, la compagnia cinese che gestisce TikTok, il motivo per cui Feroza Aziz, la 17enne che sul social ha denunciato la repressione degli uiguri in Cina, si è vista bloccare l’accesso. La ragazza statunitense, armata di piegaciglia, ha postato un finto make-up tutorial per aggirare la censura e parlare delle violenze subite dalla minoranza musulmana turcofona che vive nella regione autonoma dello Xinjiang, i cui membri sono rinchiusi in enormi campi di detenzioni.
La denuncia è arrivata attraverso una lunga inchiesta realizzata da un consorzio internazionale di giornalisti e che Pechino ha bollato come falsa. Il video, pubblicato sulla piattaforma sabato scorso, è diventato virale totalizzando diversi milioni di visualizzazioni e 500 mila like, prima di essere oscurato, quattro giorni dopo, generando timori su un eccessivo controllo della società madre sui contenuti.
Eric Han, capo della sicurezza a TikTok Usa, ha assicurato che il video è stato rimosso solo per 50 minuti a causa di un errore del moderatore” ed è stato ripubblicato appena “un nostro moderatore senior si è accorto dell’errore”. Il motivo del blocco dell’accesso, invece, è legato a un video postato tempo fa che conteneva un’immagine di Osama bin Laden.
Il Cina l’app ‘sorella’ di TikTok, Douyin, è pesantemente censurata e al controllo dei contenuti lavorano 10 mila persone. TikTok è accessibile solo al di fuori della Cina, mentre DouYin ospita contenuti diversi rispetto al social più famoso.
“Per anni i cinesi hanno provato a eludere la censura con tattiche come quella usata da Aziz. Quello che cambia ora è che Aziz è una cittadina americana che utilizza un’app ‘americana’”, commenta Charlie Shim, pseudonimo dietro cui si cela il coordinatore di Greatfire.org organizzazione senza scopo di lucro che monitora lo stato dei siti Web censurati dal Great Firewall of China e aiuta gli utenti di Internet cinesi a eludere la censura e il blocco dei siti.
I vertici dell’app assicurano di non limitare i contenuti politici “ad eccezione dei casi di hate speech”. Ma Feroza Aziz è scettica e in un post scrive: “Dovrei credere al fatto che mi hanno bloccato per un vecchio video satirico proprio dopo che avevo postato il video-denuncia contro gli uiguri? No”.