Dopo una notte di incessanti ricerche fra le macerie, sale a 31 morti il bilancio ufficiale provvisorio del terremoto di martedì in Albania, i feriti sono al momento 657. Il premier Edi Rama ha proclamato lo stato di emergenza di 30 giorni a Tirana e Durazzo, le due province più colpite e dove gli abitanti di Durazzo e Tumana hanno passato la notte in tende, auto o altri ripari di fortuna. I soccorsi dell'Unione Europea sono arrivati da Italia, Grecia e Romania.
Nel 1979 il precedente più grave nel Paese, quando una scossa di magnitudo 6,0 sulla scala Richter fece 136 morti e oltre mille feriti.
Lunedì notte la paura ripiombata sul Paese: alle 3.54 del mattino, l'Albania ha cominciato a tremare. L'epicentro, nel mare Adriatico 10 chilometri a nord della città di Durazzo e 40 chilometri a ovest di Tirana, con una profondità di 38 chilometri. Altre tre scosse sono state registrate lungo la costa albanese settentrionale, rispettivamente di magnitudo 5,3, 5,1 e 5,4 della scala Richter.
La scossa è stata avvertita anche in Puglia e in Basilicata. Martedì mattina un'altra scossa di magnitudo 5,4 è stata registrata alle 10:19 in Bosnia-Erzegovina. L'epicentro del sisma è stato rilevato a 6 km a Sud-Est di Blagaj e l'ipocentro era a 10 km di profondità. Mercoledì una forte scossa di terremoto, che l'Ingv indica di magnitudo 6,0 sulla scala Richter, si è verificata in mare vicino all'isola di Creta.
"La situazione è grave, come avete potuto vedere, perché il terremoto è stato davvero forte e potente", ha detto a Sky TG24 il presidente della Repubblica d'Albania Ilir Meta. "Spero non ci siano altre vittime, ma come avete visto ci sono numerose zone dove le operazioni di soccorso stanno andando avanti. Devo ringraziare anche l'Italia per la rapida reazione e anche per le squadre italiane di soccorso davvero molto professionali che sono nel nostro Paese e che ora stanno lavorando insieme alle nostre forze".