Trattori sulla Periferique e sugli Champs Elysees. Oltre 1000 macchine agricole, secondo i dati del ministero dell'Interno, che oggi hanno invaso Parigi, guidate dagli agricoltori francesi in protesta.
Contadini arrivati da sei regioni di Francia, tra cui Normandia, Loira, Borgogna, e confluiti al centro della capitale per denunciare il crollo dei redditi ed esercitare pressioni sul governo in vista dell'apertura dei negoziati commerciali con la grande distribuzione. Bloccata tutta la rete stradale intorno alla Ville Lumiere. Molti i contadini arrivati a piedi nella capitale per aderire alla chiamata del sindacato. Davanti al celebre ristorante Le Fouquet sono state poi gettate balle di fieno, secondo quanto riporta un giornalista di Afp.
"Sostengo la loro rabbia e la loro manifestazione. Capisco che si siano stufati" ha dichiarato con franchezza il ministro dell'Agricoltura, Didier Guillaume, alla radio Europe 1, assicurando "il massimo sostegno del governo nella transizione agro-ecologica".
Un malessere, in uno dei paesi più 'agricoli' d'Europa, che da settimane viaggia anche sui social, con l'hastag "SauveTonPaysan" (Salva il tuo contadino), sempre più popolare. "Vogliamo incontrare i vertici e il ministro dell'Agricoltura Didier Guillaume - ha dichiarato la presidente del sindacato agricolo Fnsea, Christiane Lambert, sugli Champs-Elysées.
La manifestazione dei 'paysans' ha interessato oggi tutta la Francia. Nella regione Rodano-Alpi gli agricoltori hanno bloccato con trattori gli accessi autostradali a Lione in tre punti diversi, e proteste sono in corso a Tolosa e nella regione Vaucluse - flagellata dalle alluvioni dei giorni scorsi - e dove è stata decretata una "giornata di lutto agricolo".
Ai quattro angoli dell'Hexagone i motivi di malcontento sono gli stessi: aumento dei costi produttivi e delle tasse ma calo dei prezzi di vendita e rimozione delle quote su alcuni prodotti che mediamente hanno fatto crollare i redditi del 40% negli ultimi 5 anni, fino al 75% in alcuni settori, come quello dello zucchero. Sulla carta la legge nota come 'Egalim' (che sta per uguaglianza alimentare), in vigore da inizio 2019, avrebbe dovuto segnare una ripresa dei redditi agricoli grazie a rapporti più equi con la grande distribuzione, ma la sua attuazione non ha ancora sortito gli effetti sperati.