Alta tensione tra Israele e la Striscia di Gaza: nella notte, l'esercito con la Stella di David (Idf), in un'operazione congiunta con lo Shin Bet, ha colpito con missili di precisione l'abitazione del comandante militare della Jihad islamica palestinese (Pij) nell'enclave, Baha Abu al-Ata, uccidendo lui e la moglie.
Immediata la reazione dell'organizzazione palestinese che da allora ha lanciato oltre 160 missili contro Israele, provocando la contro-risposta dell'Idf che ha bombardato diversi obiettivi nella Striscia. Finora sono 10 i morti palestinesi: oltre ad al-Ata e la moglie, sono stati uccisi tre miliziani della Jihad: il ventenne Mohammed Hamouda, Ibrahim al-Dabous di 26 anni e il 25enne Zaki Muhammed Genama. Altri cinque palestinesi sono rimasti uccisi nei successivi raid israeliani. Dall'altra parte del confine, almeno 39 israeliani hanno fatto ricorso alle cure mediche: molti di loro in stato di shock, 17 si sono feriti cadendo per raggiungere i rifugi, due sono stati colpiti da schegge, mentre una bimba di 8 anni è in gravi condizioni a causa di un infarto.
L'operazione contro al-Ata, il primo omicidio mirato da molto tempo a questa parte, era stata approvata dal gabinetto israeliano all'unanimità 10 giorni fa, ha riferito il premier Benjamin Netanyahu che in conferenza stampa ha rivendicato il raid, sottolineando come il comandante della Jihad islamica fosse "una bomba a orologeria".
"Chiunque ci faccia male, noi gli faremo male, chiunque pensi di poter evitare il nostro lungo braccio si sbaglia", ha affermato il leader del Likud, sostenendo che "Israele non è interessato a un escalation ma risponderà quando necessario". Al-Ata era "l'uomo che ha fatto di tutto per sabotare i tentativi di raggiungere la calma con Hamas, era responsabile per la maggioranza degli attacchi che hanno avuto luogo nell'ultimo anno", ha sottolineato il capo di Stato maggiore, Aviv Kohavi, assicurando che le forze armate "si stanno preparando per un'escalation da terra, aria e mare".
Hamas solidale con la Jihad islamica
Hamas ha fatto sapere che la sua ala militare, le Brigate Ezzedin al-Qassam, è al fianco delle Brigate al-Quds, il braccio armato della Jihad Islamica. Per il leader del Movimento islamico a Gaza, Ismail Haniyeh, l'uccisione di al-Ata da parte d'Israele arriva "in un momento in cui le fazioni palestinesi hanno fatto progressi per ristabilire l'unità nazionale: i capi dell'occupazione stanno cercando di creare confusione per bloccare questo percorso" ma invece "rafforzerà l'alleanza delle fazioni della resistenza". Oltre ad al-Ata è stato ucciso il figlio di Akram al-Ajouri, altro leader della Jihad islamica, colpito nella notte quasi in concomitanza da un raid nella sua abitazione a Damasco.
Il capo del partito centrista Blu e Bianco, Benny Gantz, è stato aggiornato della crisi in corso da Netanyahu alla presenza del consigliere militare, il generale Avi Blot. Il leader dell'opposizione, che era stato informato in anticipo del piano per uccidere al-Ata, ha assicurato che l'escalation con Gaza "non avrà effetti" sui suoi tentativi di creare una coalizione di governo (ha a disposizione poco più di una settimana). Per poi "sottolineare che Blu e Bianco, da me guidato, porrà sempre la sicurezza dei cittadini prima di qualsiasi altra cosa".
Contestualmente il premier israeliano ha nominato ministro della Difesa il cofondatore de La Nuova Destra, Natali Bennett, che ha annunciato misure speciali di sicurezza per le comunità entro un raggio di 80 km dall'enclave palestinese, comprese Gerusalemme e Tel Aviv.
L'Egitto cerca di mediare
L'Egitto, tradizionale mediatore tra le parti (a maggio aveva negoziato un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, messo ora a rischio dalla crisi in corso), è al lavoro per cercare di arrivare a una de-escalation: l'intelligence del Cairo ha aumentato le comunicazioni e ha "aperto canali" con Usa e Ue, hanno fatto sapere fonti rilanciate dai media israeliani.
Sostegno agli "sforzi dell'Egitto" è stato espresso dall'Ue che ha condannato come "totalmente inaccettabile" il lancio di missili sui civili israeliani dalla Striscia di Gaza, chiedendo una "rapida e completa de-escalation" per "proteggere le vite e la sicurezza dei civili palestinesi e israeliani".
L'ambasciatore d'Israele a Roma, Dror Eydar, dal canto suo, ha ringraziato Roma "per la solidarietà e la vicinanza alla popolazione d'Israele ora sotto attacco dei gruppi terroristici palestinesi", ma la Jihad Islamica palestinese ha detto che è stata "superata la linea rossa" annunciando che "l'inevitabile ritorsione scuoterà l'entità sionista".