Lestijärvi, piccolo comune della Finlandia continentale, ha elaborato un piano per incentivare le nascite: pagare i suoi cittadini con un bonus in denaro di 1.000 euro all'anno.
“Nel 2018 il tasso di nascite in Finlandia è stato il più basso di sempre. E, dal 2010, è in continua, progressiva, diminuzione”, ha spiegato alla BBC Paula Jokela, maestra dell’unica scuola presente a Lestijärvi. Così, per risolvere il problema, il paese rurale di circa 700 anime ha dato vita al “baby money", un piano per contrastare il calo delle nascite.
“Siamo il secondo municipio più piccolo di tutta la Finlandia continentale. Nel 2012 la nostra cittadina aveva raggiunto il punto di non ritorno”, ha sottolineato il sindaco di Lestijärvi Esko Ahonen. In quel momento la cittadinanza si era resa conto di dover risolvere un problema di vitale importanza. La popolazione ha deciso, così, di rimboccarsi le maniche. “Abbiamo sempre prestato attenzione ai ‘nuovi arrivi’”, ha confessato Jokela. “Così, quando abbiamo notato che ce n’era stato uno solo, abbiamo deciso di cambiare rotta”.
Quanto vale un bambino
Lestijärvi ha allora attivato una misura per aumentare la sua popolazione: pagare i suoi cittadini per avere bambini. Quanto? Diecimila euro, per ogni nato, erogati nel corso di 10 anni. “Sui social media – ha ricordato il sindaco - la gente scrive che Lestijarvi si sta servendo di fondi governativi per il “baby money”. Io penso sia inutile criticarci: in gioco è un problema che riguarda tutti. La differenza è che noi abbiamo voluto affrontare la questione”. “Quando penso agli anni a venire, consapevole di ciò che abbiamo vissuto negli ultimi sette anni – ha osservato Jokela -, sono fiduciosa. Penso che i numeri possano aumentare abbastanza da mantenere attiva la nostra scuola. E questo, ovviamente, mi riempie di gioia”.
Effetti immediati
“Appena aperta la porta della classe in cui insegno – ha continuato Jokela – si può constatare l’impatto che ha avuto questa iniziativa. Attualmente, qui studiano 12 scolari: un gruppo decisamente più ampio rispetto a quelli degli anni scorsi”.
Così, il progetto del “baby money” è decollato e ha portato quasi 60 nuove nascite. Rispetto ai sette anni precedenti, in cui i “nuovi arrivi” erano stati appena 38 bambini, gli attuali neonati costituiscono una grande speranza per un villaggio così piccolo
Tra i genitori beneficiari del bonus ci sono Jukka-Pekka Tuikka, 50 anni, e sua moglie Janika, 48 anni. Entrambi sono imprenditori nel settore agricolo. La loro seconda figlia, Janette, nata nel 2013, è stata soprannominata “la bambina da diecimila euro’.
“Stavamo pensando a un secondo bambino ma poi abbiamo ragionato sul fatto che stiamo invecchiando”, ha spiegato Tuikka. “Non posso dire che i soldi abbiano determinato la nostra decisione di avere un bambino”.
Tuttavia, l’imprenditore ha riferito di considerare il “baby money” una misura importante, che dimostra l’interesse dei politici locali ad offrire una mano alle famiglie. Tuikka, infatti, ha risparmiato la maggior parte dei 6.000 euro che la sua famiglia ha finora ricevuto, prevedendo di usarli in un modo che possa avvantaggiare l’intera comunità.
Secondo l’imprenditore, però, la misura non può da sola risolvere il problema. Infatti, nonostante incentivi locali come questo, il tasso di natalità della Finlandia rimane in forte difficoltà. Come in molti altri Paesi europei, è significativamente diminuito nell'ultimo decennio. Nel 2018 ha toccato il record minimo di 1,4 figli per donna. Dieci anni fa, il numero era di 1,85. In tutta Europa, Italia compresa, si registrano dati simili.
Bolzano, l’eccezione italiana
Se sovvenzioni come il “baby money” finlandese possono essere d’aiuto, stimolare l’aumento dei tassi di natalità rimane una questione complessa. Un problema che, per essere risolto, deve essere affrontato con un mutamento radicale negli atteggiamenti sociali, nelle politiche a favore della famiglia e, ovviamente, nel campo del sostegno finanziario.
L’Italia, in questo, mostra come la felice sinergia di questi tre elementi può davvero fare la differenza. Nella Penisola, il tasso di natalità, basso da decenni, è vittima di una progressiva diminuzione: nel 2018 ha raggiunto il nuovo record minimo di 1,3 figli per donna. Tuttavia, c'è una provincia italiana che contrasta questa tendenza. Si tratta di Bolzano, che presenta un tasso di natalità di 1,67, superiore alla media Ue di 1,60.
La provincia dell’Alto Adige gode di autonomia e maggiore libertà nella definizione delle proprie politiche: le politiche familiari sono qui più generose rispetto al resto dell’Italia. Parallelamente, le famiglie ricevono un maggiore sostegno finanziario: l'assegno mensile per i figli ammonta a circa 200 euro, più del doppio di quello medio nazionale.
Inoltre, “Bolzano offre sia sovvenzioni speciali per coloro che hanno bassi redditi sia una buona assistenza all’infanzia”, come ha ricordato Mirco Tonin, professore di politica economica alla Libera Università di Bolzano.
Secondo Tonin, ciò che ha indotto l’aumento del tasso di natalità è stata un migliore e più facile accesso per le donne al mercato del lavoro. Non a caso, a Bolzano il 73% delle donne tra i 20 e i 64 anni lavora. La media nazionale, invece, si aggira intorno al 53%.
Non basta l’assegno
In ogni modo, tanto il caso di Lestijärvi quanto quello di Bolzano, rendono palese che aumentare il tasso di natalità non è una soluzione facile. Piuttosto, si tratta di un problema da affrontare mettendo in campo un approccio olistico.La situazione attuale suggerisce che convincere le persone a procreare è una questione complessa. E non basterà un semplice assegno.