Tre ore di sparatorie e una città, Culiacan, la più grande dello Stato messicano di Sinaloa (circa 800 mila abitanti), il feudo di El Chapo, trasformata in una zona di guerra: a scatenare i combattimenti è stata la notizie della cattura di un figlio del re dei narcotrafficanti Joaquin Guzman, che le autorità sono state costrette a liberare dopo una vera e propria battaglia tra la polizia e gruppi di paramilitari pesantemente armati a bordo di fuoristrada da un lato e gli uomini del cartello di Sinaloa, dall'altro. Negli scontri si sono registrati almeno 8 morti e 21 feriti
È stato il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador in persona ad ammettere che Ovidio Guzman (arrestato in una abitazione con tre feledissimi), il 28enne 'figlio d'arte' del re dei narcos, soprannominato 'il topo', "è stato liberato per evitare di mettere in pericolo le vite delle persone".
Ovidio, uno dei 10 figli che il Chapo ha avuto da tre donne diverse, ha assunto il controllo parziale del cartello, che era stato gestito dal padre fino a quando non è stato estradato negli Stati Uniti nel 2017. Il suo arresto è stato questione di poco: la casa dove era stato catturato nel pomeriggio, è stata circondata da uomini armati, che hanno anche cominciato ad attaccare le pattuglie della polizia, bloccando strade e dando fuoco ai veicoli. Contemporaneamente altri sicari hanno effettuato blocchi e ingaggiato conflitti a fuoco con le forze di sicurezza in altre zone della città, in particolare intorno alla sede della Procura, dove si riteneva fosse stato portato il boss. Nel caos, si è pure diffusa la voce che i criminali cercavano di rapire i parenti dei militari e delle autorità. Nelle violenze, 20 o 30 prigionieri dal carcere di Aguarato, sono fuggiti con i trafficanti.
Il segretario alla Sicurezza, Alfonso Durazo, ha confermato che una pattuglia di 30 uomini della Guardia Nazionale e del ministero della Difesa Nazionale ha avuto in mano per qualche ora Ovidio. Poi, "diversi gruppi criminali hanno circondato la casa con una forza maggiore di quella della pattuglia", mentre altri minacciavano e aggredivano i cittadini, scatenando "una situazione di panico". "Al fine di salvaguardare il bene superiore dell'integrità e della tranquillità della società Culiacanense, le autorità hanno deciso di sospendere tali azioni", è stato spiegato. Il governo dello Stato ha chiesto alla popolazione di "mantenere la calma e di restare in casa".
"La cattura di un criminale non può valere più della vita delle persone. Hanno preso la decisione di rilasciarlo e io l'ho appoggiata", ha spiegato Lopez Obrador. Il presidente ha riconosciuto che la situazione "è diventata molto difficile" a Culiacàn - che per ore è stata assediata da proiettili - e, essendo "a rischio" molti cittadini, è stato deciso di rilasciare il delinquente".