La Corte Suprema spagnola ha condannato all'unanimità l'ex presidente della Generalitat, Oriol Junqueras, a 13 anni di carcere per il crimine di sedizione (attacco all'ordine pubblico), in concomitanza con quello di appropriazione indebita, per il suo ruolo nelle vicende legate al tentativo di secessione della regione Catalana.
Pene fino a 12 anni per Carme Forcadell, Ios Jordis e altri cinque ex ministri della giunta catalana. Il processo, andato avanti da febbraio allo scorso giugno, per la crisi che fece precipitare il Paese in una delle peggiori crisi dalla morte del dittatore Francisco Franco.
La Corte ha invece assolto dall'accusa di malversazione altri tre imputati, che peraltro non sono in carcere, e che dunque non andranno in prigione.
Gli indipendentisi scendono in piazza
Manifestanti indipendentisti catalani hanno interrotto varie strade della regione autonoma spagnola in segno di protesta per la sentenza del 'procés'. In totale sono state tagliate due strade nella provincia di Barcellona, altrettante in quella della Girona e un'altra a Lleida; sempre nella provincia di Girona sta avvenendo una marcia lenta di auto tra Navata e Figueres.
L'ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont ha definito le condanne una "barbarie". "Un totale di 100 anni di prigione. Una barbarie. Ora più che mai, al vostro fianco e a quello delle vostre famiglie. È tempo di reagire, come mai prima d'ora", twitta Puigdemont, riparato in Belgio dopo i fatti giudicati dalla Corte Suprema e che è oggetto di un mandato d'arresto in Spagna.
Junqueras: "Torneremo ancora più forti"
Junqueras, da parte sua, ha assicurato che, nonostante le dure sentenze inflitte, il movimento separatista tornerà "ancora piu' forte". "A coloro la cui unica volontà è di fare del male, diciamo loro che oggi non è finito nulla, non ci avete né sconfitto nè convinto. Torneremo indietro e torneremo ancora più forti senza dubbio, torneremo e vinceremo", promette in una lettera ai suoi sostenitori scritta dal carcere e pubblicata dal suo partito Sinistra Repubblicana in Catalogna (ERC).
Rispetto e senso di responsabilità è invece prima reazione del governo spagnolo. Il ministro per lo Sviluppo, segretario dell'organizzazione del Psoe, Josè Luis Balos he detto che la sentenza "rende chiaro che in Spagna lo Stato di diritto funziona".
Il premier spagnolo facente funzioni, il socialista Pedro Sanchez, ha poi garantito "il rispetto assoluto" della sentenza del processo con cui la Corte Suprema ha condannato i leader indipendentisti catalani. "Nessuno è al di sopra della legge e tutti siamo obbligati al suo rispetto. Nessuno è giudicato per le sue idee", ha dichiarato Sanchez, parlando al Palazzo della Moncloa.