I curdi attaccati da Ankara in Siria hanno chiesto alla comunità internazionale l'istituzione di una "no-fly zone" sul nord del Paese mediorientale, in modo da poter combattere una guerra con eguali opportunità contro la Turchia". Lo ha fatto il comandate delle Forze democratiche siriane (Fds), Redur Khalil, nel corso di una conferenza stampa, di cui riferisce il canale curdo Rudaw.
Parlando da una località imprecisata, probabilmente in Siria, il comandante militare ha aggiunto: la difesa delle prigioni in cui si trovano i detenuti dell'Isis non sarà la nostra priorità, poiché, se la Turchia prosegue con gli attacchi, per noi è prioritario difendere il nostro territorio".
Intanto è salito a 125 il bilancio delle persone arrestate in varie città della Turchia, dopo aver condiviso sui propri account social dei post critici nei confronti dell'intervento militare turco "Fonte di pace", sferrato da Ankara nel nord est della Siria. Dopo i 121 arresti resi noti ieri dal ministro degli Interni, Suleyman Soylu, è di oggi la notizia di altri 4 ordini di arresto emessi dalla procura di Istanbul.
Gli arrestati sono accusati di aver fatto propaganda a favore dell'organizzazione terroristica curda Ypg, vero obiettivo dell'intervento militare turco, aver diffuso post con notizie false riguardanti la morte di bambini e civili e aver utilizzato i propri account social per istigare all'odio nei confronti del governo, dello stato e delle forze di sicurezza turche.
Lo scorso 10 ottobre i due segretari del partito filo curdo Hdp, Sezai Temelli e Pervin Buldan, oltre ad altri 3 parlamentari dello stesso partito, sono finiti nel registro degli indagati della procura di Ankara, con l'accusa di "propaganda a favore di organizzazione terroristica", a causa di post condivisi sui propri account social.
La Germania intanto ha sospeso le esportazioni di armi alla Turchia. Lo ha detto a Bild am Sonntag il ministro degli Esteri, Heiko Maas. "Vista l'offensiva militare nel nord est della Siria - ha spiegato a Bild, citata da Reuters - il governo non rilascerà altre nuove licenze per tutti gli equipaggiamenti militari che potrebbero essere utilizzati in Siria". Nel 2018 le esportazioni tedesche di armi in Turchia ammontavano a 243 milioni di euro, ovvero un terzo del totale delle esportazioni di armi.