Giornata di riflessione elettorale per i portoghesi che sono chiamati alle urne per rinnovare i 230 seggi del Parlamento, in un voto che si profila come un braccio di ferro tra il premier uscente, il socialista Antonio Costa, e Rui Rio, leader del Partito social-democratico (Psd) dal 2018; un voto in un Paese che però, a differenza da altri Paesi europei, è indenne dall'onda populista. In base agli ultimi sondaggi la vittoria dovrebbe andare al Partito Socialista, accreditato dai sondaggi tra il 36,5% e il 38% dei voti, il che darebbe a Costa al massimo 114 deputati, due in meno dalla maggioranza assoluta. Un dato che lo costringerebbe a chiedere nuovamente sostegno, dopo quattro anni di governo di minoranza che ha mantenuto grazie agli accordi raggiunti con la sinistra.
Con il mandato di Costa è la seconda volta negli ultimi 20 anni che in Portogallo una legislatura si conclude al suo termine naturale di 4 anni, indice di stabilità politica del Paese. Un Paese che grazie alla politica di facilitazione fiscale, tasse zero per i pensionati stranieri che scelgono di prendervi la residenza, ha attirato molti italiani.
Gli ultimi sondaggi sono unanimi e confermano la tendenza degli ultimi mesi: si va verso la vittoria dell'attuale primo ministro, senza però la maggioranza assoluta. Costa, che governa in minoranza dal 2015 con l'appoggio parlamentare della sinistra radicale, sembra proprio che dopo il voto di domenica dovrà tornare a stringere alleanza per formare un esecutivo. Dietro dovrebbe arrivare il leader dell'opposizione, il Psd (centrodestra), salito dal 23% al 28% nelle ultime due settimane, una crescita che lo lascerebbe comunque con circa 83 deputati, sei meno di quelli attuali.
Il marxista Bloco de Esquerda è accreditato dai sondaggi al 10% dei voti, terza forza, mentre la coalizione di comunisti e verdi, la Cdu, sarebbe quarta al 7%. Dietro il democristiano Cds-Pp, al 5% e il partito animalista Pan, che potrebbe arrivare al 4%, il che gli permetterebbe di passare dall'attuale unico deputato fino a 5. L'ascesa del Pan è uno degli aspetti che attira l'attenzione degli analisti: se si confermasse la crescita e la vicinanza dei socialisti alla maggioranza assoluta, l'alleanza tra i due partiti potrebbe essere sufficiente a garantire un governo. E si metterebbe fine all'attuale alleanza di sinistra, che fece la storia quattro anni fa.