Donald Trump ha portato, per la prima volta, alle Nazioni Unite il suo "America First" e il concetto di "patriottismo" in contrapposizione al globalismo. È successo nel giorno in cui il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha invitato il mondo a considerare l'Amazzonia solo del Brasile, declassandola dalla definizione di "patrimonio dell'umanità". Così nel Palazzo simbolo dell'aspirata unità globale, i due leader hanno ribadito il loro messaggio nazionalista.
Quello di Trump, in particolare, si è rivelato duro e inatteso, anche perché arrivato dal presidente del Paese più potente al mondo. Nei 36 minuti in cui si è rivolto all'Assemblea generale dell'Onu, il presidente degli Stati Uniti ha chiesto alle nazioni del pianeta il rispetto della sovranità americana e il diritto a proteggere i propri confini in ogni modo, anche dalle "ingiuste pratiche commerciali" e dalle "minacce contro la sicurezza degli americani". Il presidente ha ripetuto più volte la parola "patrioti".
Alcuni esempi: "Il futuro - ha tuonato - non appartiene ai globalisti. Il futuro appartiene ai patrioti"; "Se volete libertà portate l'orgoglio nel vostro Paese. Se volete democrazia, difendete la vostra sovranità; Se volete pace, amate la vostra nazione"; "I patrioti vedono una nazione e il suo destino in un modo diverso da altri. La grandezza può essere realizzata solo dalla volonta' e dalla devozione dei patrioti".
Il capo della Casa Bianca ha poi tratteggiato l'immagine di un mondo che è "più rispettoso della forza americana". Ha sottolineato i suoi sforzi nel parlare con tutti, e ascoltare, compresi i leader di Corea del Nord e Iran. "Vogliamo partners - ha spiegato - non avversari. L'America è consapevole che mentre tutti possono fare una guerra, il più coraggioso sa scegliere la pace". Il presidente ha evitato di parlare della crisi in Medio Oriente dopo l'attacco alle infrastrutture petrolifere saudite.
Anche il messaggio di Bolsonaro è stato nel segno anti-globalista: "È un errore - ha detto - affermare che l'Amazzonia è patrimonio dell'umanità. È un malinteso, confermato dagli scienziati, sostenere che le nostre foreste amazzoniche sono i polmoni del mondo".