Sono due i pesci elettrofori - cioè in grado di generare autonomamente dei campi elettrici - a entrare nel regno animale (conosciuto). Sono le anguille Electrophorus varii e Electrophorus voltai. A scoprirle e descriverle è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Museo Nazionale di Storia Naturale della Smithsonian Institution di Washington, in collaborazione con il Museu Paraense Emílio Goeldi, l'Università Federale do Maranhão e altri istituti.
L'Electrophorus electricus per due secoli e mezzo dalla sua prima descrizione fornita da Linneo - padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi - ha affascinato l'umanità per la sua capacità di generare forti scariche elettriche. L'anguilla elettrica ha anche ispirato la progettazione della prima batteria elettrica di Volta per fornire corrente costante. Più recentemente ha incoraggiato lo sviluppo di protocelle sintetiche con nanoconduttori naturali e condensatori; ha anche dato uno spunto per produrre una batteria di idrogel in grado di alimentare impianti medici. L'animale è attualmente un modello emergente per gli studi genomici dell'elettrogenesi animale.
Non una ma tre specie di anguilla elettrica
Fino ad oggi si pensava che l'Electrophorus electricus fosse l'unica specie di anguilla elettrica. Ma un dossier pubblicato martedì su Nature ha smentito questa credenza. Sarebbero tre, ora, gli elettrofori. Perdipiù, dei due nuovi esemplari scoperti, uno - l'Electrophorus voltai - sarebbe in grado di generare una scossa elettrica di 860 volt. Nessun altro animale al mondo è capace di produrre bioelettricità con un tale voltaggio: si tratta di una scarica tanto forte da poter uccidere un uomo adulto e in perfetta salute.
Le anguille elettriche usano le loro tattiche d'urto per cacciare, difendersi e navigare. Generano energia da tre organi elettrici specializzati nella produzione di cariche di diversa potenza sulla base delle necessità dell'animale. La scoperta della nuova specie voltai però solleva la possibilità che le diverse specie di anguilla possano aver sviluppato modi differenti di generare elettricità anche in relazione ai loro habitat.
La ricerca e la scoperta
Il team di scienziati ha scoperto che le tre specie comuni di elettroforo occupano prevalentemente gamme allopatriche - cioè occupano diverse zone della regione amazzonica: Scudo della Guiana (E. electricus), Shield Brasiliano (E. voltai) e bacino amazzonico pianeggiante (E. varii).
Le tre specie di Electrophorus, si legge nel dossier, si sarebbero evolute da un antenato comune. Successivamente, le anguille si sarebbero "appaesate" ciascuna in un habitat ben definito: quella electricus nella regione della Guiana Shield, la voltai nello Scudo Brasiliano (un altopiano meridionale), e la varii nel bacino amazzonico.
Probabilmente, la scossa elettrica particolarmente forte che la specie voltai può produrre - superiore a quella di 650 volt della specie electricus - potrebbe essere un adattamento alla vita nelle acque dell'altopiano, dove la conducibilità è ridotta.
Le aspettative dei ricercatori
I risultati della ricerca - effettuata su 107 esemplari di anguilla della regione amazzonica - testimoniano la grande biodiversità vivente (in parte ancora sconosciuta) di questa foresta pluviale. Una prova che rende ancora più chiaro perché è così importante proteggere un habitat - come il Sudamerica - a forte rischio di deforestazione, disboscamento e incendio. “Nonostante l'impatto antropico sulla foresta amazzonica degli ultimi 50 anni, possiamo ancora scoprire pesci come le due nuove specie di anguilla elettrica,” ha detto il ricercatore David de Santana, zoologo che collabora con lo Smithsonian National Museum of Natural History. La ricerca indica che una quantità enorme di specie è in attesa di essere scoperta, pronta a suggerire nuove cure per malattie o ispirare innovazioni tecnologiche".