Miliardi di tonnellate di ghiaccio in Groenlandia si stanno sciogliendo 50 anni prima del previsto a causa dei cambiamenti climatici. L’impatto è massiccio non solo sulla natura ma anche sulla vita quotidiana degli abitanti che, abituati a spostarsi in slitta, devono ora fare i conti con laghi sorti spontaneamente.
La colpa è di un'ondata di calore che attanaglia la regione artica e che sta provocando uno scioglimento mai registrato prima con un conseguente innalzamento del livello del mare. All'inizio di agosto, riporta il Telegraph, nella città di Qaanaaq, nella Groenlandia nordoccidentale, sono stati fotografati bambini con indosso delle magliette mentre giocavano in mare. O studentesse con la gonna. Impensabile appena dieci anni fa.
L'isola coperta dal ghiacciaio sta registrando temperature da record che il primo agosto hanno toccato i 22 gradi centigradi, 15 gradi al di sopra della media. Lo stesso giorno, la Groenlandia ha perso 12,5 miliardi di tonnellate di ghiaccio, una quantità sbalorditiva anche per gli standard artici.
Le cause dell'aumento delle temperature
Secondo gli esperti del clima, l’improvviso aumento dello scioglimento dei ghiacci è stato causato dalle emissioni di gas serra del secolo scorso e dal cosiddetto effetto Albedo, secondo cui con il calo dei livelli di ghiaccio il calore viene assorbito dal pianeta invece di essere riflesso nello spazio.
"Siamo già entrati in una fase di nuova normalità nell'Artico, e quello a cui assistiamo ora è molto e al di là di quello che avevamo previsto nel 2019", ha affermato Victoria Herrmann, presidente e amministratore delegato dell'Arctic Institute, che segue da vicino il cambiamento climatico in Groenlandia.
L'ambiente della Groenlandia è in trasformazione, “sia per le persone sia per il suo ecosistema unico”, continua Herrmann. “Questo peggiorerà solo nei decenni a venire, quando avremo estati senza ghiaccio nell'Artico."
L’esperta ha aggiunto che il fenomeno sta causando problemi logistici ai suoi “56.000 abitanti che a causa della conformazione del territorio si spostano prevalentemente in motoslitta o slitta trainata da cani", ha detto. “Ma se il Paese si trasforma in una grande pozza d'acqua diventa molto più difficile vedere i parenti, condividere la carne che hai cacciato o andare a una partita di basket".
“I casi estremi di scioglimento del ghiaccio si verificano in genere una volta ogni 250 anni, tuttavia l'enorme perdita di ghiaccio del primo agosto è stata la seconda dal 2012, segno che la crisi climatica sta rapidamente peggiorando”, ha dichiarato Martin Stendel, esperto di clima danese. “Ci aspettiamo altre grandi conseguenze [del caldo]. Più zanzare, per esempio”, ha commentato Ruth Mottram, scienziato del clima e glaciologo presso il Danish Meteorological Institute.
La situazione in Islanda
Ma non è solo la Groenlandia a soffrire il caldo. Secondo la Cnn, gli islandesi lamentano l’estate più calda di sempre, con temperature intorno ai 20 gradi. Il cambiamento climatico scioglie i ghiacciai, muta i paesaggi, le abitudini degli abitanti e persino la dieta. Le mappe storiche mostrano che i ghiacciai si sono più volte ridotti e cresciuti in Islanda.
Dalla fine del XIX secolo, si sono ritirati di 2.000 chilometri quadrati. Ma dal 2000 sono scomparsi 600 chilometri quadrati. I ghiacciai che si sciolgono hanno delle conseguenze. Le masse di ghiaccio appesantiscono il terreno, comprimendo ciò che c'è sotto. Quando si sciolgono, la terra sale e il livello del mare scende. Il terreno nell'Islanda centrale sta salendo di oltre tre centimetri all'anno, secondo gli scienziati dell'Università dell'Islanda.
Ciò potrebbe causare gravi problemi alle infrastrutture, specialmente nei porti che diventano meno profondi rendendo più difficile attraccare le navi. Anche l'industria della pesca ne paga lo scotto. Dalla fine del secolo, gli sgombri che scappavano dalle calde acque oceaniche iniziarono a migrare in massa nelle acque territoriali islandesi. Prima di allora raro in tutta l'isola, lo sgombro è diventato improvvisamente abbondante tanto che i pescatori hanno innescato delle “Guerre degli sgombri".