L'ex numero due delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), Ivan Marquez, è tornato dopo circa un anno di assenza annunciando in un video il ritorno alla lotta armata. "Annunciamo al mondo che è iniziata una nuova Marquetalia (luogo di nascita delle Farc negli anni '60)", ha dichiarato nel video postato su YouTube. Nel video, in cui Marquez appare con indumenti militari, c'è anche Seuxius Pausias Hernandez Solarte, conosciuto come Jesus Santrich, ricercato per una condanna per traffico di droga.
Marquez, che ha parlato da una località sconosciuta, fu il capo della delegazione dei ribelli che negoziò l'accordo di pace concluse con il governo nel 2016. Successivamente ne ha preso le distanze, in particolare dopo l'elezione alla presidenza del Paese di Ivan Duque, avversario di una intesa che per gli ex ribelli, oggi rappresentati in parlamento da un partito politico che ha lo stesso acronimo delle Forze rivoluzionarie armate di Colombia ma si chiama Forza rivoluzionaria alternativa, è rimasto inattuato o non rispettato. Dalla sigla dell'accordo, realizzato con l'allora presidente Juan Manuel Santos Calderon (premiato con il Nobel per la Pace grazie proprio a quell'intesa) sono stati uccisi, secondo gli ex ribelli, 140 ex guerriglieri e 31 membri delle loro famiglie.
Marquez ha aggiunto nel filmato che tenterà di coordinare le proprie "mosse militari con la guerriglia dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln)", ultima cellula attiva in Colombia e presente, in modo particolare, al confine con il Venezuela. Dell'Eln fanno parte 2.300 ribelli.
Bogotà punta il dito su Caracas
Il governo colombiano si è detto "non sorpreso" e comunque "molto preoccupato" dall'annuncio del ritorno alle armi, dietro il quale, per Bogotà, vi è l'ombra di Nicolas Maduro. Invitando il sistema giudiziario a escludere il guerrigliero dai benefici concessi agli ex ribelli in base all'accordo di pace del 2016, L'Alto commissario per la pace, Miguel Ceballos, ha indicato nella alleanza tra Marquez e l'Esercito di liberazione nazionale, presente in particolare alla frontiera con il Venezuela, la prova che Caracas sta finanziando e "appoggiando" la nuova mobilitazione dei ribelli.
Il presidente della Colombia, Ivan Duque, ha annunciato un'offensiva contro gli ex capi delle Farc: "Ho ordinato la creazione di un'unità speciale, con capacità di intelligence, investigazione e mobilità rafforzate in tutto il territorio colombiano, per la persecuzione di questi criminali".
L'Onu: "Nessuna giustificazione per il ritorno alle armi"
L'Onu ha dichiarato che "non esiste alcuna giustificazione per il ritorno alle armi" in Colombia e che "nessuno vuole vedere il paese retrocedere", quindi ha invitato le parti coinvolte nel processo di pace a riaffermare il loro impegno in questa direzione. "Insistiamo sul fatto che non vi è alcuna giustificazione per il ritorno alle armi", ha dichiarato Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres,. Dal rappresentante dell'Onu è arrivato un plauso per "l'impegno per la pace che i leader del partito politico delle Farc e la stragrande maggioranza dei suoi membri dimostrano ogni giorno", e ha affermato che la decisione di lasciare le armi raggiunta nel 2016 era "storicamente giusta".