La procura del Massachussetts ha lasciato cadere le accuse contro Kevin Spacey, che era stato denunciato per molestie sessuali nei confronti di un 18enne, presuntamente adescato in un bar di Nantucket nel 2016. L'attore 59enne, divenuto uno dei simboli dello scandalo #MeToo insieme al produttore hollywoodiano Harvey Weinstein, nell'udienza a gennaio si era dichiarato non colpevole.
Il caso è venuto meno dopo che l'accusatore la settimana scorsa ha invocato il Quinto Emendamento, scegliendo di non rispondere. In ballo c'era la prova principe del procedimento: il telefono cellulare dal quale la vittima avrebbe inviato un video alla fidanzata nel quale si vedrebbe una mano che gli tocca i genitali. Il giudice aveva ordinato al ragazzo e alla madre, l'ex presentatrice tv Heather Unruh, di mettere il telefonino a disposizione degli esperti della difesa in modo che potessero analizzarlo, ma il legale dell'accusa il mese scorso ha annunciato che il telefono era scomparso.
Secondo i difensori di Spacey, prove a discolpa del loro cliente potrebbero essere state cancellate dal cellulare. Il ragazzo ha smentito questa ricostruzione ma, di fronte alla possibilità di essere incriminato per diffamazione nel caso avesse cancellato qualcosa, ha scelto di non testimoniare. La madre, riferisce la Cnn, ha ammesso di aver "cancellato poche cose", ma non ha specificato cosa. Non c'era "nessun intento da parte mia", ha aggiunto. In questo contesto, il procuratore distrettuale Michael O'Keefe ha deciso di lasciar cadere l'accusa "a causa dell'indisponibilità del testimone" che aveva denunciato l'attore.
L'attore di 'House of Cards', fortunata serie dalla quale è stato allontanato dopo la deflagrazione dello scandalo, è indagato anche dalla polizia di Londra, che all'inizio del mese lo ha interrogato negli Stati Uniti in merito a sei denunce di molestie, risalenti al periodo 1996-2013.